E' vero che è un mestiere che ha le sue grane, che per arrivare si fa una lunga e per molti estenuante gavetta, che ci sono degli avvocati che sono encomiabili, ma fatte le dovute esclusioni il mondo forense è una giungla. Lo sa chi ha problemi giudiziari e deve spesso ipotecare casa o chiedere un prestito per difendersi, o chi è costretto ad avviare un procedimento di denuncia per torti subiti. A complicare il tutto quasi in sordina di recente è stato approvato un nuovo regolamento che ha messo gli avvocati in allarme.

Un povero disgraziato che oggi deve fare una denuncia per un'invalidità solo per il ricorso si vede chiedere 600 euro che non saranno molti per chi lavora e sta bene ma per chi chiede un simile diritto spesso sono un patrimonio, dalla loro gli avvocati giustamente hanno delle parcelle ma spesso ci marciano.

La situazione è anche peggio quando ci si trova coinvolti in un caso di arresto per associazione a delinquere tra tanti colpevoli, capita anche il malcapitato che per una frase fraintesa o per amicizie poco pulite o per dei modi poco garbati di parlare, può finire in galera e per svariati anni, per ritrovarsi prosciolto e rimborsato ma solo dopo che la famiglia è finita sul lastrico la mamma morta per il dolore e i figli e la moglie finiti male.

Dopo i tabellari disposti per legge arriva una nuova norma che cerca di riordinare il sistema, secondo gli avvocati in malo modo, dopo precari scuola, sanità, forze dell'ordine e magistratura che hanno subito numerosi colpi dai vari governi adesso tocca a loro che son già sul piede di guerra.

Il mondo forense interessa un giro di vite di persone che devono essere competenti, capaci ed avere a cuore il proprio assistito mentre spesso non è così ora questa novità potrebbe inasprire ancor di più gli animi.

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha approvato un regolamento sulla legge prof. le n. 247 del 212 art. 21 che stabilisce l'iscrizione d'ufficio degli avvocati alla Cassa Forense, la cassa di previdenza degli avvocati, che dovranno obbligatoriamente versare un minimo contributivo fisso indipendente dal reddito dichiarato.

La misura penalizzerà i 50 mila avvocati che non si sono mai iscritti perché con redditi inferiori ai 10.300 euro annui, difatti coloro che fossero impossibilitati ad adempiere saranno cancellati dall'albo.

Una sola agevolazione il regolamento prevede un trattamento di favore nei primi otto anni di attività per coloro che dichiarano un reddito sotto i 10.300 euro e per gli avvocati under 35.

La norma è stata messa sotto inchiesta perché questo provvedimento violerebbe il principio di uguaglianza e di progressività, in quanto discriminante verso coloro che possiedono un reddito superiore ai 10.300 euro a cui verranno applicate aliquote progressive rispetto a quelli con un reddito inferiore per cui la progressività non c'è. Il principio di uguaglianza verrebbe violato anche rispetto a chi è iscritto alle altre casse previdenziali, dove magari i contributi vengono calcolati col criterio progressivo, in base al reddito.

Altro appunto mosso quello che più ha adirato la classe forense è che l'esercizio della professione che per la Costituzione dipende dal solo superamento dell'esame di Stato con questa novità sia correlata alla capacità reddituale.