La Cassazione ha annullato la concessione degli arresti domiciliari per Annamaria Franzoni, che sta scontando una condanna a 16 anni per l'uccisione del figlioletto Samuele il 3 gennaio 2002, a Cogne. Il parere favorevole alla concessione dei domiciliari era stato espresso dal sostituto Procuratore generale della Suprema Corte di Cassazione, Francesco Salzano. Il processo per quello che entrato nelle cronache come il "delitto di Cogne" si era concluso nel 2008 con la condanna di Annamaria Franzoni a 16 anni di reclusione per l'omicidio, del quale si è sempre professata innocente, del piccolo Samuele, il figlio di 2 anni.

Nel 2014, dopo 6 anni di reclusione nel carcere della Dozza di Bologna, dove le era già stato concesso il permesso di lavorare all'esterno, il Tribunale di sorveglianza del capoluogo emiliano si era espresso in favore della concessione degli arresti domiciliari. Da allora, la Franzoni risiede a Ripoli di Santa Cristina, un paese dell'Appennino emiliano.

Franzoni: il parere contrario della Cassazione

Contro la decisione del tribunale di Sorveglianza c'era stato il ricorso della Procura di Bologna. Ricorso che la Prima sezione penale della Cassazione, presieduta da Renato Cortese, ha accolto esprimendo un parere contrario alla concessione degli arresti domiciliari. Secondo quanto espresso dalla Cassazione, la detenzione domiciliare speciale richiesta dalla Franzoni per assistere il figlio più piccolo, non può essere concessa nel caso di figli con età superiore ai 10 anni come, appunto, nel caso in questione.

Il pg della Cassazione, Francesco Salzano, si era invece espresso contro il ricorso del Tribunale di Bologna sostenendo che la richiesta era stata avanzata prima del compimento dei anni del figlio della Franzoni.

Il caso dovrà ora ritornare all'esame del Tribunale di Sorveglianza di Bologna che, nel frattempo, aveva concesso alla Franzoni il permesso di uscire di casa per quattro ore al giorno, con la sola limitazione di rimanere entro il territorio della provincia di Bologna. Riesame che potrà comunque avvenire solo dopo la pubblicazione delle motivazioni della Cassazione, prevista fra trenta giorni.