Dopo otto ore di camera di consiglio, i giudici del Tribunale di Grosseto hanno condannato l'ex comandante Francesco Schettino a 16 anni e 1 mese nel processo per il naufragio della nave da crociera Costa Concordia sugli scogli dell'isola del Giglio il 13 gennaio 2012. L'accusa aveva richiesto una condanna a 26 anni e l'arresto immediato per il pericolo di fuga, che i giudici hanno ritenuto non sussistere. Il naufragio della Costa Concordia, costata la vita a 32 passeggeri e il ferimento di altri 157, risale alla sera del 13 gennaio 2012, quando il comandante Francesco Schettino decide di "fare l'inchino" all'isola del Giglio.

Una consuetudine delle navi da crociera che si avvicinano alla costa, fino a sfiorarla, per compiacere i passeggeri. Ma quella sera qualcosa non va per il verso giusto e la nave, con 3200 passeggeri a bordo, si avvicina troppo al Giglio, finendo sugli scogli che procurano uno squarcio di 70 metri nello scafo.

Quello che succede dopo è stato analizzato nei minimi dettagli nelle 50 mila pagine di indagini e testimonianze che raccontano di un allarme dato colpevolmente in ritardo, di procedure di evacuazione inesistenti e, soprattutto, di un comandante, Francesco Schettino, tra i primi a fuggire dalla nave inclinata, lasciando senza guida equipaggio e passeggeri.

Costa Concordia: la sentenza dopo 37 mesi

Francesco Schettino, 55 anni, era l'unico imputato nel processo per il naufragio della Costa Concordia, che lo ha riconosciuto colpevole di omicidio colposo e di abbandono della nave, emettendo una condanna a 5 anni per il reato di disastro colposo, 10 anni per gli omicidi plurimi colposi e 1 anno per l'abbandono di persone minori o incapaci.

Un totale di 16 anni di reclusione a cui è stato aggiunto 1 mese di arresto. I giudici non hanno riconosciuto, come richiesto dall'accusa, le aggravanti del naufragio colposo e della colpa cosciente per gli omicidi plurimi colposi. Lungo l'elenco delle pene accessorie, che vedono l'ex comandante Schettino interdetto per 5 anni dal comando di nave e condannato, in solido con la compagnia Costa Crociere, a risarcire la Presidenza del Consiglio, la Protezione civile, la Regione Toscana e il comune di Isola del Giglio.

Risarcimento anche per i superstiti del naufragio, tra cui la ballerina moldava Domnica Cemortan, in compagnia di Schettino al momento del naufragio, che riceveranno 30 mila euro ciascuno.

Alla lettura della sentenza non era presente l'imputato, che prima che i giudici si riunissero aveva rilasciato dichiarazioni spontanee nelle quali, tra le lacrime, affermava di essere "morto anche lui" la sera del naufragio. Moderata soddisfazione è stata espressa dai difensori che, annunciando il ricorso in Appello, hanno interpretato la pena notevolmente inferiore alla richiesta dell'accusa come il riconoscimento dei malfunzionamenti tecnici a bordo della nave non imputabili al comandante.