E' stata una manovra kamikaze quella effettuata dal copilota tedesco Andreas Guenter Lubitz, il quale è andato volontariamente ad infilarsi dentro una montagna delle Alpi francesi, impedendo al comandante di rientrare nella cabina di pilotaggio. Un tragico volo che, è d'uopo ricordare, è costato la vita a ben centocinquanta persone. Ad un certo punto il comandante di bordo ha chiesto al copilota di prendere il comando dell'aereo, dalla scatola nera si sente chiaramente il rumore del sedile che va indietro e la porta che si chiude. In seguito il copilota, rimasto solo, ha manipolato il bottone del fly system ed ha azionato la discesa dell'aereo; un'azione questa, che può essere stata effettuata solo deliberatamente.

Un'agghiacciante ricostruzione

Sempre dalla registrazione della scatola nera, si sente poi il pilota che cerca di rientrare bussando sulla porta. Da questo momento, è possibile percepire il respiro del copilota, un respiro che dura fino alla fase finale, il che significa che egli era vivo fino all'ultimo. Si avvertono poi dei colpi molto forti, come per sfondare la porta che è blindata, come richiesto dalle norme internazionali. Poco prima della strage si sente un primo impatto, il che significa che l'aereo ha impattato contro le rocce pochi istanti prima di finire contro la montagna. Tutto ciò dimostra la piena volontà di Lubitz nel distruggere il velivolo. La più tragica delle verità quella restituita dalla scatola nera dell'Airbus 320, resta però lo sconcerto ed il dubbio sul perchè di questo orrore da parte di Andreas Lubitz che, si rammenta, è stato lucido e cosciente fino all'ultimo istante.

Coscienti lo sono stati anche i passeggeri che, da quello che si è potuto riscontrare, si sarebbero accorti del loro triste destino solo pochi istanti prima della fine.

Gli investigatori hanno ripetuto che per ora non c'è alcun nesso con il terrorismo, ma le autorità francesi hanno trasformato l'inchiesta in un'indagine criminale, chiedendo peraltro l'aiuto dell'FBI.

La procura tedesca sta al momento perquisendo le due case in Germania del Lubitz, che al momento del suicidio aveva solo 28 anni. Si sta al momento indagando sulle ragioni plausibili, che spiegherebbero il folle ed insano gesto del giovane copilota; Andreas Lubitz ha crudelmente ignorato le implorazioni del suo comandante e dell'equipaggio, divenute poi grida di rabbia e di disperazione.

In quei minuti da incubo, pensare ai sentimenti disperati e struggenti dei passeggeri a bordo è umanamente lacerante. Andreas Lubitz era considerato un pilota modello, la Lufthansa ha fatto sapere che il giovane aveva superato brillantemente tutti i test medici e psicologici. Un ragazzo brillante Lubitz, che per arrivare alla carica che occupava, aveva superato corsi ed esami difficilissimi nelle scuole di Brema prima e di Phoenix in seguito.