Era molto debole, ma batteva ancora il cuore del piccolo Loris quando è stato gettato nel canale dove poi è stato ritrovato diverse ore dopo. E' stata questa la conclusione della perizia depositata dal dottor Giuseppe Iuvara qualche settimana fa, la frattura alla testa causata da una caduta di quasi tre metri, ha evidenziato che c'era nonostante tutto, una minima attività cardiaca, anche se ormai per Loris non ci sarebbe stato più nulla da fare. Chi ha privato quel povero bambino del suo futuro, lo ha probabilmente soffocato altrove; un'agonia che è stata lenta e dolorosa.

Il noto programma Rai Chi l'ha visto, ha intervistato l'avvocato Daniele Scrofani, legale di Davide Stival, al quale sono stati chiesti ragguagli su tale perizia. Questa è stata la risposta dello Scrofani: "Nella perizia è stata ipotizzata una morte che è intervenuta non in un lasso di tempo brevissimo, ma in un periodo di circa quattro minuti. Il piccolo Loris ha dunque sofferto abbastanza".

Le ultime considerazioni dai risultati delle foto

Anche i graffi procurati da un paio di forbici sotto l'orecchio destro, per recidere la fascetta, e gli altri segni sui polsi, risalgono a poco prima del decesso. Solo nel momento in cui è apparso esanime, Loris è stato trascinato di peso; dalle foto delle scarpe rese pubbliche negli ultimi tempi, si può chiaramente notare come le suole fossero immacolate, mentre solo la punta della scarpa destra risulta abrasa e sporca di terriccio.

Ha aggiunto l'avvocato Scrofani: "L'autopsia definitiva ha confermato le ipotesi che erano state avanzate dal dottor Iuvara. In primo luogo l'ora del decesso, individuata nella fascia che va tra le 8:30 e le 10:00 e poi il fatto che non vi sia stata una violenza sessuale. Soprattutto viene confermata la compatibilità delle fascette con le ferite che vengono individuate sul corpo del piccolo così come si vede nelle fotografie".

Dalla casa di Veronica Panarello sono state infatti sequestrate delle fascette: sono lunghe soltanto ventotto centimetri, per questo la difesa della donna ha messo in dubbio che si trattassero proprio dell'arma del delitto, in quanto non sarebbero sufficientemente lunghe per stringere il collo di un bambino di soli otto anni.

Al contrario un medico della procura ha dimostrato, foto alla mano, come la lunghezza di tali fascette fosse compatibile con il diametro del collo del bambino. Le indagini vanno avanti, si spera che venga al più presto fatta luce su questa tristissima storia.