I quattro italiani in vacanza in Tunisia sono rientrati oggi all'aeroporto di Ciampino dentro quattro bare. Due donne e due uomini morti durante l'attentato terroristico ai danni del museo del Bardo a Tunisi, ad accogliere le salme ed i familiari delle vittime (affranti ed abbracciati gli uni con gli altri) c'è stato il Presidente del consiglio e segretario del PD Matteo Renzi, presente per dare loro un pò di umana solidarietà e conforto. Lorenzo Barbero ed i suoi due ragazzi si sono abbracciati presso la pista dell'aeroporto, erano da poco passate le undici e mezza quando i carri funebri contenenti le salme di quegli innocenti uccisi a Tunisi stavano per lasciare lo scalo.

A bordo anche Antonella Sesino cinquantaquattro anni e dipendente del comune di Torino; il suo feretro se ne è andato sotto gli occhi del consorte e dei figliuoli.

Tristezza e rimpianto tra i familiari ed i sopravvissuti

Accanto a loro era presente anche Sergio Sensani, tornato miracolosamente sano e salvo, ma che ha visto spirare tra le sue braccia Giuseppina Biella, pensionata e sua compagna di una vita. In seguito gli altri connazionali caduti, inghiottiti dall'incubo del terrorismo islamico durante una vacanza: Francesco Caldara, originario di Novara, ed Orazio Conte, anche lui torinese. In loro ricordo ed onore, la benedizione di un padre cappuccino accompagnata da un lungo e sacro silenzio.

Il presidente Renzi ha abbracciato ed ha tentato di consolare i parenti delle vittime dell'assalto jihadista al museo del Bardo. "Il mio è l'abbraccio di tutta l'Italia" ha detto Renzi, c'è voluta poco più di un'ora di volo per portare a casa i corpi senza vita dei quattro italiani. Un tempo breve che simboleggia un pò la differenza tra la depravazione e l'orrore del terrorismo islamico e la nostra vita di tutti i giorni.

Sulle salme dei quattro italiani, trasferite intanto presso l'istituto di medicina legale di Roma, saranno condotte opportune verifiche ed accertamenti richiesti dall'autorità giudiziaria; ad indagare, un pò come tutti i casi simili a questo, è la procura della Capitale. Le salme poi prenderanno le strade delle loro città, per le dovute esequie da parte dei familiari e degli amici.