Giungono importanti novità in merito al caso di Elena Ceste, la 37enne di Costigliole d'Asti ritrovata senza vita nei pressi della propria casa. Le ultime notizie sull'omicidio di Elena Ceste ruotano in particolare attorno al racconto dei fatti più che confuso offerto da Michele Buoninconti, marito di Elena e unico accusato del delitto (per lui le manette sono scattate con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere). In un quadro che al momento si dimostra poco solido e abbastanza indiziario, a fornire indicazioni decisive circa la propria possibile colpevolezza è proprio Michele Buoninconti, che in un goffo tentativo di scagionarsi non fa che peggiorare le cose: come riportato anche da Repubblica.it, è stato proprio lui infatti a sconfessare l'ipotesi del suicidio (una delle tesi sostenute dai suoi legali) ed è sempre stato lui ad alimentare dubbi e sospetti sulle continue telefonate fatte alla moglie la mattina della scomparsa.



Ultime notizie Elena Ceste: il cancello e le chiavi, Michele Buoninconti si autocondanna ma per gli inquirenti il crimine non è premeditato

Come accennato in apertura, le ultime notizie sull'omicidio di Elena Ceste si concentrano in modo particolare sulle dichiarazioni rilasciate da Michele Buoninconti a margine dei plurimi interrogatori subiti. In un primo tempo i difensori di Michele avevano sostenuto con forza la tesi del suicidio, ma è proprio Michele ad offrire la prova decisiva che dimostra come l'ipotesi sia da scartare. E' l'11 aprile 2014 quando una microspia collocata in casa del Buoninconti coglie alcune sue parole: Michele evidenzia come Elena non possa essere uscita da sola di casa la mattina della scomparsa perché non era in possesso né delle chiavi per aprire il cancello né del telecomando (li aveva proprio Michele). L'unica alternativa era recarsi al piano di sopra e azionare il meccanismo di apertura del cancello da lì, ma fatto questo Elena sarebbe dovuta correre per le scale perché il cancello si chiude molto in fretta. Operazione questa che Elena Ceste non poteva compiere: la donna aveva da poco subito un intervento alla gamba e non era in grado di correre per le scale, quella mattina dunque non può essere uscita da sola. Ma c'è dell'altro. Il giorno della scomparsa Michele Buoninconti chiama ripetutamente Elena Ceste, e quando gli inquirenti gli chiedono spiegazioni il vigile del fuoco risponde di non aver mai chiamato la moglie perché aveva trovato il suo cellulare in casa. 'Sarei stupido a chiamare un telefono che ho in mano' ha detto nel corso degli interrogatori perdendo l'occasione di dire semplicemente che stava cercando di contattare la moglie perché preoccupato dal fatto che non la sentisse da un po'. Buoninconti conclude dicendo che le chiamate sono partite per errore ma i giudici hanno invece ritenuto che l'unica soluzione plausibile sia che Michele stesse cercando il telefono della moglie per capire se fosse finito in macchina o se stesse ancora in casa. Il racconto di Michele Buoninconti pare in definitiva troppo confusionario e contorto, e se a tutto questi si aggiungono gli 'strani' comportamenti dell'uomo che era solito corteggiare altre donne (con una aveva addirittura stretto una relazione extraconiugale) nel momento in cui i carabinieri si affannavano per cercare la moglie (o il suo corpo senza vita) il quadro di riferimento assume contorni abbastanza definiti. Certo ci vorrà dell'altro per presentare una tesi solida al cospetto di un Tribunale, ma Michele Buoninconti appare comunque coinvolto nella vicenda della morte di Elena Ceste. A quale titolo è forse presto per dirlo.