Ricorderete certo la triste vicenda della morte della tredicenne Yara Gambirasio, morta dopo essere stata abbandonata in un campo dopo essere stata oggetto di violenze con armi da taglio. La novità del 22 marzo 2015 riguarda il fatto che ora un detenuto ristretto nel carcere di Bergamo afferma che Massimo Giuseppe Bossetti gli avrebbe confidato di essere lui l'assassino della sfortunata tredicenne di Brembate.



Ovviamente le parole dell'uomo sono state messe a verbale, anche se secondo noi le confidenze fatte tra le mura del carcere vanno prese "con le molle" poiché possono nascere da premesse molto particolari e per certi versi insondabili. La replica di Bossetti non si è fatta attendere. Attraverso il suo legale il carpentiere ha detto che trattasi di mero calunniatore. In seguito ne sapremo di più.

Cosa avrebbe detto Bossetti secondo il detenuto

Secondo la testimonianza - tutta da verificare - del detenuto, Massimo Giuseppe Bossetti avrebbe detto queste parole: "Le ho fatto delle "cose", ma non l'ho violentata.

Quando siamo arrivati a Chignolo l'ho presa sulle spalle come un sacco di cemento. Intanto il mio complice mi faceva da palo". Se fosse confermata, questa testimonianza accrediterebbe l'ipotesi che l'uomo avrebbe avuto un complice che lo ha in qualche modo agevolato nel compiere l'insano gesto.

Va ricordato che Bossetti ha metabolizzato male la permanenza in carcere. In una sua lettera pubblicata sul quotidiano Il Giorno ha spiegato che trascorre le ore a dormire e a giocare a carte e di trovarsi molto male in carcere anche perché preoccupato per moglie e figli. Inizialmente l'uomo ebbe il pieno sostegno della moglie e dei familiari. La moglie, in particolare, partecipò a una trasmissione tv e si lasciò intervistare, ribadendo la sua fiducia nell'innocenza del marito, che ritiene incapace di compiere simili atti. Nell'occasione invitò gli inquirenti a cercare altrove. In seguito, a giudicare da alcune intercettazioni ambientali, la signora Comi è sembrata più scettica.