Una notizia allarmante per chi ama fare endurance nei boschi e nei sentieri tortuosi di collina. E quanto riferisce il Corriere della Sera, infatti un motociclista - Daniele Consonni- mentre praticava questo sport nel comune di Dossena, nella bergamasca, ha notato che vi erano alcuni cavi d'acciaio legati da un capo all'altro a due alberi dirimpettai, per cui facevano proprio da spartiacque al centro del sentiero. Esattamente l'endurista ne ha trovati tre, uno all'altezza dei piedi, uno del tronco e uno, più pericoloso, all'altezza della testa, evidentemente lo scopo di questi "criminali" che hanno posizionato tali cavi era quella di far del male a queste persone.

Daniele Consonni, senza perdersi d'animo ha scattato delle foto e girato un video dei cavi stessi, e li ha postati sulla pagina Facebook ottenendo oltre 20mila visualizzazioni in meno di ventiquattro ore.

La passione per questa forma di sport estremo è molto diffusa nella bergamasca, per cui è evidente che chi ha messo quei cavi ce l'aveva proprio con questi sportivi, in quanto -sempre come riportato dal Corriere della Sera- gli stessi sono stati apposti su di un sentiero normalmente battuto dagli enduristi e non da persone che magari fanno trekking. A testimoniarlo è lo stesso Consonni che ha dichiarato che quel sentiero viene ripulito sempre e solo da coloro i quali praticano questa disciplina sportiva.

Il Consonni nella sua descrizione dei fatti aggiunge altri particolari al suo racconto: "mi trovavo sul sentiero quando ho notato un cavo che passava sulla mascherina vicino al faro e per fortuna son riuscito a fermarmi, solo allora son sceso e perlustrando il sentiero ho notato che vi erano altri cavi... sono stato fortunatissimo" conclude l'uomo.

Consonni non sa se i cavi sono stati tirati da ambientalisti estremisti o da persone che vivono in quei posti in baite isolate magari per "proteggere" il proprio territorio, fatto sta che è un episodio molto grave ed è il primo che si registra da quelle parti, tant'è che né l'arma dei carabinieri, né la forestale avevano mai dovuto affrontare un simile problema, e lo dovranno affrontare in quanto il Consonni ha deciso di denunciare l'accaduto alle forze dell'ordine.

Se questo fenomeno è di nicchia nella bergamasca, purtroppo non si può dire lo stesso per altre parti d'Italia. Infatti nel 2007, Marco Baldiali 48enne ingegnere di Vignola rimase sgozzato nel modenese e di quell'incidente fu accusato un contadino della zona. Più di recente, invece, l'episodio avvenuto nel 2011 a Frosolone in provincia d'Isernia -nel Molise- dove trovò la morte un 19enne Manuel Colantoni che non notò un filo di ferro che gli rescisse la carotide.