Il forte abbraccio tra il Capo dello Stato e Manfredi Borsellino oggi a Palermo è l'immagine simbolo, carica di emozioni e significati profondi, di questo giorno in ricordo della strage di via D'Amelio mai come quest'anno ricco di veleni e polemiche, dossier e intercettazioni. Il figlio del magistrato ucciso 23 anni fa da Cosa nostra, che durante questi anni si è sempre defilato dalle cerimonie ufficiali e interventi vari dando un profilo di intimità al suo ricordo del padre, oggi non è rimasto in silenzio è ha stravolto all'ultimo minuto il cerimoniale ufficiale per prendere la parola.
Il commosso abbraccio del presidente Mattarella e Manfredi Borsellino
Davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Manfredi è intervenuto "in nome di Lucia", la sorella fino a qualche settimana fa assessore regionale alla Salute tirata in ballo da una intercettazione shock pubblicata su L'Espresso - smentita dalla Procura di Palermo e confermata dalla direzione del settimanale - in cui l'amico e medico personale del presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, Matteo Tutino, in riferimento a Lucia Borsellino durante una conversazione con lo stesso governatore avrebbe detto "va fatta fuori, come il padre"; Crocetta - secondo quanto confermato dal direttore de L'Espresso - sarebbe rimasto in silenzio.
"Non credevo che la figlia più grande di mio padre - ha detto Manfredi Borsellino oggi al 'Palazzaccio' di Palermo in un silenzio spettrale -, quella con cui mio padre dialogava anche solo con lo sguardo - ha ricordato - dopo ventitré anni dalla morte del padre dovesse vivere un calvario simile a quello del padre, nella stessa terra - ha sottolineato - che elevato mio padre suo malgrado a eroe".
Il figlio del magistrato ucciso dalla mafia parla 'in nome' della sorella Lucia
"Lucia - ha aggiunto Manfredi con la voce rotta da una forte emozione in questo giorno certamente molto particolare e carico di tensioni - ha portato per oltre un anno una croce. Ma è rimasta assessore fino al 30 giugno - ha sottolineato parlando della sorella ex assessore regionale alla Salute - perché ama a dismisura il suo lavoro, voleva davvero - ha aggiunto - una sanità libera e felice".
Ma dalle intercettazioni di Crocetta e Tutino viene fuori che il modello Borsellino non era gradito. "Da oltre un anno era consapevole - ha detto Manfredi Borsellino - del clima di ostilità e delle offese che le venivano rivolte". Il governatore Crocetta, che si è autosospeso e che non ha partecipato alla cerimonia dopo che i familiari di Borsellino gli avevano fatto sapere che non sarebbe stato gradito dopo la pubblicazione delle intercettazioni, resta intanto "rifugiato" nella sua casa di Tusa, sul mare, in provincia di Messina. A rappresentare la Regione siciliana il neo assessore regionale alla Salute Baldo Gucciardi. Dal suo rifugio di Tusa, Crocetta ha però ribadito oggi all'Ansa che da lui "Lucia non è mai stata lasciata sola".