Stati Uniti e Turchia hanno chiuso i dettagli tecnici dell'accordo che permetterà agli aerei turchi di iniziare a partecipare alla campagna aerea contro lo Stato islamico (IS), secondo quanto annunciato dal Pentagono. In parallelo, i due paesi, partner della NATO, stanno ancora negoziando possibili misure atte a migliorare la sicurezza nella zona di confine tra la Turchia e la travagliata Siria, che è la porta d'ingresso principale per gli aspiranti jihadisti nel paese in preda alla guerra civile da ormai quattro anni.
La Turchia avrà una "piena integrazione" in operazioni aeree contro l'ISIS e la partecipazione partirà "il più presto possibile", l’ha ribadito il portavoce del Dipartimento della Difesa USA Peter Cook in una conferenza stampa; niente invece è stato detto riguardante la presenza del trasporto aereo turco nei bombardamenti della coalizione in Siria o in Iraq o in entrambi i paesi.
Quattro paesi arabi (Arabia Saudita, Bahrain, Giordania ed Emirati Arabi Uniti) insieme agli Stati Uniti e il Canada, hanno già avviato la campagna aerea contro l’ISIS in Siria, che ha avuto inizio nel mese di settembre.
Nella offensiva in Iraq, che ha avuto inizio nel mese di agosto 2014, la Giordania è l'unico paese a fabbricare bombe tra i paesi arabi. Il resto sono le nazioni occidentali.
Dalla fine di luglio la Turchia lancia bombe sulle postazioni IS in Siria dopo che il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) in Iraq, a Suruç, città di confine con la Siria, ha subito un attentato suicida jihadista che ha lasciato oltre trenta morti.
Washington e Ankara hanno in programma di creare una zona franca dalla presenza dello stato islamico nel nord-ovest della Siria. Cook ha detto martedì che i due partner della NATO continuano a valutare le "opzioni più efficaci" nella regione di confine tra Siria e Turchia per garantire la "sicurezza" della Turchia e la "stabilità regionale".
Pochi minuti dopo l'annuncio del Pentagono, il portavoce del Dipartimento di Stato, John Kirby, è apparso per ridurre al minimo tale dibattito. Ha detto che non vi è "nessun piano in atto" per la creazione di una zona di esclusione aerea.
Il Pentagono non ha nascosto l'impazienza. Il Segretario della Difesa, Ash Carter, ha detto settimana scorsa che la Turchia "deve fare di più" per garantire la sicurezza del suo confine poroso con la Siria.