Il Prodotto Interno Lordo italiano torna a vedere il segno più (+0,8%) dopo tre anni consecutivi, nei quali la percentuale era stata affiancata dal segno meno. È andata anche meglio rispetto alle stime provvisorie, che indicavano lo 0,7% come aumento massimo del PIL. Il Governo aveva inizialmente posto un obiettivo del +0,9%, poi diverse vicissitudini, tra cui il crollo dei prezzi del petrolio e l’andamento incerto dei mercati globali, avevano fatto tornare il pessimismo tra gli addetti ai lavori. È evidente, comunque, come il dato finale sia molto vicino a quello che il Governo aveva auspicato.
Il PIL del 2015 è stato di oltre 1.600.000 milioni di euro, che vuol dire un aumento del 1,5% rispetto a quello di due anni fa.
I dettagli
Ecco alcuni dati positivi che hanno contribuito alla crescita del Prodotto Interno Lordo: gli investimenti fissi lordi, per la prima volta in otto anni, registrano un segno più: +0,8%. Il settore che ha contribuito maggiormente alla crescita di questo dato è quello dei trasporti (+19,7% di investimenti), che è anche quello in cui sono saliti maggiormente i volumi di consumo. Un altro aumento si registra nel dato relativo alla spesa delle famiglie, che è aumentata dello 0,9%, mentre è diminuita quella delle amministrazioni pubbliche, -0,7%. Le esportazioni sono aumentate di circa il 4%, così come le importazioni (+6%).
Nell’anno di EXPO esulta anche il settore agricolo, che registra il balzo più alto del valore aggiunto: +3,8%.
La lotta all'evasione
Il rapporto deficit/PIL del 2015 si attesta sul 2,6%; nel 2014 era del 3%. Si tratta del dato più basso dal 2007, una statistica che fa ben sperare per il futuro, visto che (almeno da questo punto di vista) si è tornati ai livelli pre-crisi. Diminuisce, seppur di poco, anche la pressione fiscale, che nel 2015 è arrivata al 43,3% del PIL, il livello più basso dal 2011. Analizzando i dati sull’economia Italiana del 2015, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ha parlato della lotta all’evasione con quasi 15 miliardi di euro recuperati ed ha aggiunto ironicamente che: “Chi non ha risposto all’approccio collaborativo, permettetemi quest’espressione, a breve conoscerà il lato più oscuro dell’accertamento”. Ma ha anche aggiunto che quella recuperata è solo una parte ‘minima’ e che c’è tanto lavoro ancora da fare. “Con chi non collaborerà, dovremo cambiare approccio”, ha concluso la Orlandi.