Yara Gambirasio non sarebbe stata uccisa nel campo di Chignolo, dove è stato ritrovato il corpo. E' questo ciò che è emerso da una delle udienze durante il processo a Massimo Bossetti, accusato di aver ucciso la ragazzina di Brembate di Sopra e sospettato per aver nascosto due fatture. A sostenere la teoria il medico legale Dalila Ranalletta, consulente della difesa. Ciò che sarebbe emerso dalla perizia svolta dal medico avrebbe dimostrato che non si può dire con certezza quale sia l'ora della morte della giovane. Inoltre Yara sarebbe stata uccisa altrove e poi trasportata nel campo, in cui è stato ritrovato il cadavere.

Gli indizi sullo spostamento del corpo

Sono diversi gli indizi che, secondo il consulente della difesa, dimostrerebbero come la ginnasta di Brembate non sia morta direttamente nel campo di Chignolo. Il medico di parte, infatti, ha sottolineato come il corpo della ragazzina sia stato trovato parzialmente mummificato. Tutto ciò indicherebbe che la morte sia avvenuta a qualche ora di distanza rispetto a quando il cadavere è stato trasportato all'esterno. Sono evidenti anche altre prove a sostegno di questa teoria. Il medico della difesa ha comunicato che nelle ferite di Yara sono state rintracciate fibre di tessuto di differenti colori. Questo costituirebbe la prova, in base alla quale il corpo della ragazzina sarebbe stato avvolto in un plaid o in una coperta, per essere trasportato da un luogo all'altro.

Chiara la posizione della difesa anche per quanto riguarda l'arma del delitto, che non è stata ancora ritrovata. Non si sarebbe trattato di un coltellino come quello in possesso di Massimo Bossetti e che poi non sarebbe stato più rintracciato.

La posizione dell'accusa

Molto diversa è la posizione dell'accusa, che precedentemente aveva fatto valere un'ipotesi contraria.

Secondo ciò che aveva detto l'anatomopatologa che aveva seguito l'autopsia, c'erano elementi che inducevano a credere che la ragazzina fosse stata aggredita e seviziata proprio nel campo di Chignolo d'Isola. In particolare la perizia svolta per conto della procura aveva ribadito che vi erano anche tracce botaniche specifiche da far credere in questa possibilità.

L'anatomopatologa aveva messo in evidenza anche delle tracce che riconducevano direttamente a Massimo Bossetti, specificando come sul posto e sul corpo di Yara fossero state ritrovate delle tracce di calce e di altri materiali che hanno a che fare con il campo dell'edilizia.