L'operaio della fonderia Bozzoli di Marcheno (Brescia) Giuseppe Ghirardini è morto il 18 ottobre 2015 in Valcamonica. Aveva comunicato alla sorella di avere deciso di recarsi a caccia, ma non aveva portato con sé le armi. L'esame autoptico disposto dalla Procura della Repubblica ha evidenziato che l'uomo è morto per effetto di una sostanza venefica e precisamente cianuro. Nello stomaco di Beppe Ghirardini, operaio molto esperto che, a detta di tutti aveva un buon rapporto col suo datore di lavoro Mario Bozzoli, è stato trovato un involucro di circa 4 centimetri contenente il veleno che lo ha ucciso.
Aggiornamento indagini
La novità del 20 novembre 2015 riguarda le caratteristiche dell’involucro, stando agli accertamenti effettuati dai militari dell'Arma, risulta essere un’esca avvelenata per animali selvatici che era reperibile fino alla fine degli anni 70. Questa informazione appare molto importante perché potrebbe fornire agli inquirenti la chiave di lettura giusta per capire da dove è arrivato il veleno. Bisogna infatti capire se Ghirardini ha deciso di togliersi la vita o se è stato ucciso. L'uomo appariva sconvolto dalla comparsa di Mario Bozzoli, anche perché dopo la misteriosa vicenda la fonderia aveva vissuto un periodo di inevitabile impasse che aveva posto a rischio il normale livello occupazionale.
Fratelli in disaccordo
La fonderia Bozzi di Marcheno apparteneva a due soci: i fratelli Mario e Adelio. Quest'ultimo si dice non responsabile in alcun modo, come pure i nipoti Alex e Giacomo. secondo quanto sostiene la moglie di Mario, tuttavia, tra i due fratelli c'erano dei dissapori che preoccupavano molto suo marito, il quale affermava di avere timore di recarsi in ditta.
Gli investigatori sospettano che l'uomo sia finito in uno dei forni della ditta, operativi 24 ore al giorno. L'8 ottobre 2015 uno di essi evidenziò una fumata anomala. Solo un caso? E' quello che gli inquirenti intendono appurare anche grazie al lavoro dell'anatomopatologa Cristina Cattaneo che tuttavia al 20 novembre 2015 non è ancora riuscita a individuare le tracce utili a risolvere il cosiddetto "Giallo di Marcheno".