Dopo essersi aperto nel luglio scorso, il processo all'ex dittatore del Ciad Hissène Habrè, accusato di crimini di guerra, crimini contro l'umanità e tortura, sta giungendo alle battute finali. Habrè sarebbe responsabile di migliaia di omicidi, soprattutto di persone sospettate di essere oppositori al suo regime. Il dibattimento avviene a Dakar, in Senegal, paese che ospita l'ex dittatore da quando nel 1990 fu spodestato da un golpe militare. Nel 2012 il nuovo presidente della repubblica del Senegal Sall ha autorizzato lo svolgimento del procedimento penale.
Un tribunale speciale
Per processare Habrè è stato istituito un tribunale speciale in collaborazione con L'Unione Africana, i giudici del collegio oltre che dal Senegal, provengono da altri paesi del continente. Sono stati ascoltati migliaia di persone e di testimonianze, tra cui molti sopravvissuti alle torture subite dalla polizia politica dell'ex dittatore. All'ormai sconfitto tiranno, che non riconosce l'autorità del tribunale, sono stati assegnati dei difensori di ufficio. Habrè più volte ha dato in escandescenze durante il procedimento, creando non pochi problemi, cosa che ha costretto i giudici a farlo allontanare dall'aula. Altre volte rifiutandosi di presenziare alle udienze, è stato accompagnato coattivamente dalla polizia senegalese.
Una vittoria per la società civile africana
Si tratta sicuramente di un evento storico, la prima volta che un ex capo di stato africano viene processato per i suoi crimini, oltretutto ciò avviene in un paese terzo. Una vittoria per la società civile e per chi ancora crede nella giustizia, oltre che per le migliaia di persone vittime in Ciad di una selvaggia repressione.
Ci sono voluti molti anni per portare alla sbarra Habrè, ma soprattutto grazie alla tenacia dei sopravvissuti ciò è stato possibile. Un precedente molto importante per un continente dove attualmente in alcuni paesi,regimi autoritari governano in modo oppressivo, un monito per quanti pensano che il loro potere sia inattaccabile.