La fretta è una brutta consigliera, spesso responsabile di errori a volte imperdonabili. Come ad esempio parcheggiare male un automobile per arrivare in tempo ad un appuntamento importante. Ma quanto può costare l'aver parcheggiato l'auto in modo tale da non permettere agli altri veicoli la possibilità di fare le dovute manovre per poter uscire? La Corte di Cassazione con una recente sentenza ha ritenuto che il parcheggio di un'autovettura eseguito intenzionalmente in modo da impedire ad un’altra automobile di spostarsi per accedere alla pubblica via integra una fattispecie penale.
Chi posteggia il proprio mezzo di trasporto in modo incivile e selvaggio può andare incontro al reato di violenza privata, punito nei casi più gravi con la reclusione fino a quattro anni.
Rapporto fra causa di giustificazione e violenza privata
La Suprema Corte si è trovata ad affrontare il caso di una donna che aveva depositato la propria auto davanti all'accesso dove era parcheggiata un'altra automobile, quella di un uomo che di fatto si è visto bloccato ogni via di uscita. La donna, citata in giudizio a seguito della denuncia dell'offeso, si è difesa dicendo di aver agito proprio per impedire all'uomo di fare qualunque tipo di manovra, in attesa dell’arrivo della Polizia, da lei stessa contattata a seguito dell’aggressione fisica subita dallo stesso.
I giudici di merito non le hanno dato raggione. La donna così ha fatto ricorso in Corte di Cassazione, dove ha sostenuto che la sua condotta rientrava in una causa di non punibilità. Gli ermellini però non hanno aderito alla sua tesi, ritendo al contrario che tale azione fosse diretta a coartare la volontà dell’uomo offeso in modo tale da impedirgli di allontanarsi.
A detta della Suprema Corte, nel caso specifico, la coazione da lei esercitata non poteva ritenersi giustificata, essendo abbatanza sproporzionata rispetto ai fatti concreti per come si erano effettivamente svolti. (Corte di Cassazione sentenza n. 48346 del 07.12.2015).
Quando scatta il reato di violenza privata?
La Corte di Cassazione ha statuito che l’elemento caratterizzante del reato di cui all’articolo 610 codice penale, cioè la violenza si realizza con qualsiasi mezzo idoneo a privare coattivamente la persona offesa della capacità di autodeterminazione e quindi della libertà di azione.
A detta degli ermellini, tale reato si realizza anche con la semplice minaccia, cioè con un atteggiamento intimidatorio dell’agente verso la vittima. Possono essere utilizzati anche mezzi anomali diretti ad una costrizione ingiusta non autorizzata da alcuna norma giuridica. Tale principio di diritto per la verità non è nuovo ai giudici di Piazza Cavour, che hanno più volte sottolineato come integra il reato di violenza privata la condotta di chi parcheggia il proprio veicolo in modo da bloccare completamente il passaggio impedendo alle auto di terzi sia l’uscita sia l'entrata. Risultato: la donna non solo dovrà pagare le spese giudiziali e risarcire i danni alla parte civile, ma dovrà anche scontare una reclusione di 15 giorni in carcere. Per info di diritto premi il tasto segui accanto al mio nome.