Tutto è iniziato quando Daniele Frongia, ex consigliere del M5S al termine di due anni di lavoro a capo della commissione per la revisione della spesa del Campidoglio, ha illustrato recentemente il disastro economico che ogni anno consuma il Campidoglio e i soldi che fino ad oggi i governanti della capitale d’Italia hanno dissipato. Nell’elenco dei capitoli di spesa che hanno ipotecato i bilanci di Roma ci sono innanzitutto le grandi opere (compiute e incompiute) e gli sprechi che iniziano dalla ‘mala gestio del patrimonio immobiliare e finiscono ai tributi non pagati anche e non solo dal Vaticano.

L’ultima tegola è caduta proprio durante l’assemblea capitolina dei primi di ottobre: questa volta il vaso di Pandora contiene più di 1 miliardo di euro, a carico delle casse romane, che costituisce il conto relativo agli indennizzi che il comune dovrà pagare per gli espropri fatti negli ultimi 50 anni. Un conto salato che graverà sul prossimo bilancio comunale e su chi governerà la capitale l’anno prossimo. Intanto l’ex consigliere dei Cinquestelle, Daniele Frongia ha provveduto a presentare l’ennesimo esposto alla Corte dei Conti per sapere ancora una volta se sussistono responsabilità riconducili agli amministratori del comune di Roma.

Intanto chi pagherà quel miliardo?

Quello che preoccupa di più ora è proprio chi dovrà pagare più di 1 miliardo di euro relativi al capitolo degli espropri costellato di ricorsi e contenziosi che si sono trascinati per decenni, e su cui ora cominciano ad essere emesse le prime sentenze.

Sentenze, il cui verdetto spesso condanna il comune di Roma ad altissime liquidazioni che lo stesso dovrà pagare sotto forma di indennizzi anche per via del nuovo articolo 42bis del T.U. sulle espropriazioni che ha fatto lievitare tali importi. La dottoressa Cintio, il 16 ottobre scorso, durante la commissione urbanistica del Campidoglio ha messo a verbale come non si è ancora individuato un criterio condiviso di ripartizione degli indennizzi fra il comune e il commissario straordinario.

Dal canto suo il nuovo commissario per il debito, Silvia Scozzese ha infatti dichiarato che non intende gravare la gestione commissariale di ulteriori debiti, cosi come è sempre stato fatto negli anni precedenti. La stessa Dottoressa Cintio, a capo dell’ufficio Espropri, in quell’occasione ha inoltre fornito numeri spaventosi: 700 ricorsi contro le indennità di esproprio, 280 sentenze da liquidare.

Il frutto di centinaia di espropri che furono messi in atto per la costruzione del Villaggio Olimpico o per il progetto del Sistema direzionale orientale (SDO) poi fallito.

Ennesimo disastro che svilisce la capitale d’Italia

Ignazio Marino dopo la sua uscita di scena lascerà dunque un’eredità che pesa tantissimo sui suoi successori proprio perché costituita da enormi sprechi economici, messi in luce proprio dagli ex-consiglieri romani del M5Stelle i quali sono stati i primi a fare una mappatura dei costi della ‘mala gestio’ e della ‘corruzione’ che si sono susseguiti in questi anni. Dopo questo recente scandalo i Cinque Stelle, mostrando molta preoccupazione, hanno dichiarato che se il debito dovesse gravare sulla gestione ordinaria del Campidoglio, ciò potrebbe avere pesanti ripercussioni negative. Ecco perché è necessario adottare una linea di discontinuità rispetto alla passata amministrazione, preludio forse di una decisiva svolta politica della Città eterna.