Nella scuola di Pordenone gli alunni e il corpo docente sonosotto shock dopo il gesto estremo commesso dalla studentessa dodicenne. La ragazzina sarebbe stata vittima di bullismo e incapace di sostenere le umiliazioni inflitte da alcuni suoi compagni di classe, ha deciso di mettere fine alla sua vita gettandosi dal balcone di casa. Fortunatamente non ha perso la vita e le sue condizioni cliniche non sono nemmeno critiche. La notizia ha scosso l'opinione pubblica e si chiedeun intervento celere da parte del governo, con una legge che consideri il bullismo e il cyberbullismo reati da perseguire giuridicamente.

Rapporto Istat poco confortevole

I dati non sono confortevoli, secondo quanto emerge da un rapporto Istat, nel dicembre 2015 il 5,9% dei ragazzi di età compresa tra i 12 e i 17 anni, hanno denunciato casipersecutori tramite sms, social network, chat. Le donnesonoi bersagli prediletti e spesso vittime dei loro carnefici. Oltre alle intimidazioni fisiche,c'è anche un comportamento ingiurioso che va a ledere la condizione psicologica della "preda". Lo dimostra la letterache la minorenne di Pordenone harivolto ai suoi vessatori:" Adesso sarete contenti".

Ma cosa sta succedendo ai nostri ragazzi? Cesare Pavese dichiarava la sua insoddisfazione per l'età adulta e scriveva che "tutto sta nell'infanzia".

Sono molti gli adulti a rimpiangere l'età minorile, considerata gioiosa e piena di vita, ma evidentemente non è per tutti, anche in un paese sviluppato come l'Italia. Al momento fanno tendenza il telefonino e i social network, dove vengono postati video che in poco tempo diventano virali, facendo aumentare il contatore delle visualizzazioni.

La cosa più grave è chein tantisi stanno facendo prendere la mano e non possono esimersi dal filmare quanto gli accade attorno.

Cosa dice la legge contro il bullismo

A maggio del 2015 il Senato ha approvato un disegno di legge, ma ancora oggi giace alla Camera. Per la prima volta si parla di cyberbullismo, in un'epoca dove i social network "lafanno da padrone".

Non vengono stabilite pene sanzionatorie, ma vengono disposti dei "paletti" incui è più facile rimuovere uncontenuto offensivo, chiudere una pagina Facebook, stabilire quando il garante della privacy debba intervenire. Sono in molti a sperare che il provvedimento venga approvato in tempi brevi e che il tema venga affrontato in Parlamento con la collaborazione di tutti. Il fenomeno è in aumento ed è necessario intervenire al più presto.