Una vicenda drammatica caratterizzò il primo calciatore della storia che dichiarò pubblicamente la propria omosessualità. Justin Fashanu era un attaccante emerso nei primi anni ’80, la sua esplosione con la maglia del Norwich gli procurò un contratto con il Nottingham Forest, all’epoca tra le squadre regine del calcio inglese. Di origine nigeriana, era il fratello di John Fashanu che in Italia negli anni ’90 divenne famoso grazie a “Mai dire gol”. Le prime indiscrezioni sulla sua omosessualità circolarono già nel 1982 ai tempi del Nottingham e furono causa di forti contrasti con il tecnico Brian Clough.

Complice anche un infortunio al ginocchio, Justin non mantenne le promesse di inizio carriera nonostante qualche successiva buona stagione con la maglia di Notts County.

Il suo dramma ha inizio nel 1990

Nel 1990 Fashanu dichiara pubblicamente la sua omosessualità ed inizia a sprofondare nel baratro. Accolto con ostilità dal mondo dello sport britannico, condannato senza appello dalla comunità anglo-africana e rinnegato dallo stesso fratello, lascia il Regno Unito. Alla disperata ricerca di un ingaggio, Justin emigra negli Stati Uniti ma anche qui ha poca fortuna. Si ritira nel 1997 ed inizia la carriera di allenatore alla guida del Maryland Mania. Negli States il suo dramma giunge all’epilogo, dopo le accuse di un minorenne che nel 1998 racconta alla polizia di essere stato drogato e violentato dall’ex calciatore. Justin Fashanu torna in Inghilterra per sfuggire al processo ma ormai è un uomo devastato. Si toglierà la vita il 2 maggio 1998, impiccandosi in un garage londinese, dopo averne forzato la porta.