Prosegue il processo per l'omicidio di Yara Gambirasio a carico di Massimo Bossetti, il presunto assassino della ragazzina di Brembate. La difesa ritiene che ci sarebbero altri 7 furgoni, molto simili a quello appartenuto all'operaio di Mapello, che non sarebbero stati presi in considerazione nelle verifiche da parte degli investigatori. I 7 furgoni sarebbero compatibili con quello ritratto nelle immagini estratte dalle telecamere di sorveglianza e che l'accusa ha ritenuto essere di proprietà di Bossetti.
La tesi del consulente della difesa
Il consulente della difesa di Massimo Bossetti, Ezio Denti, ha compiuto una ricerca incentrata proprio sui furgoni simili a quello del presunto assassino di Yara.
I criteri che il consulente avrebbe utilizzato sarebbero identici a quelli sui quali si sono basati gli investigatori. Denti ha contestato la testimonianza di un uomo, che ha riferito di aver visto, la sera della scomparsa della ragazzina, vicino la palestra frequentata da Yara, un furgone procedere ad alta velocità. Secondo l'esperto, tutto ciò non sarebbe stato possibile, perché in quella strada sono collocati due dossi, che non consentono ai mezzi in circolazione di andare oltre i 50 km/h.
Gli altri furgoni simili
Il consulente della difesa di Bossetti, attraverso varie slide e comparazioni con mezzi tecnologici, ha sottolineato che le immagini estratte dalle telecamere di sorveglianza in relazione al presunto furgone di Bossetti potrebbero essere interpretate soggettivamente.
Ha mostrato anche dei particolari di altri furgoni, che rivelerebbero dei dettagli in comune con quello del presunto assassino di Yara Gambirasio. Inoltre ha sostenuto che, attraverso un esame dei file, avrebbe evidenziato delle anomalie nel trattamento delle immagini. Nello specifico, il consulente si riferisce ad un mancato rispetto delle procedure previste dal protocollo in casi di questo genere. Vengono pertanto contestate le modalità utilizzate dagli investigatori che hanno portato ad accusare come responsabile del delitto l'operaio.