La febbre del Nilo continua a fare nuove vittime. Dopo la decima morte in Veneto, a causa del West Nile è morto anche un anziano di Biella. Prosegue quindi la propagazione del virus nel nostro Paese. Fino ad ora l'osservatorio del Ministero della Sanità ha confermato 334 casi di infezione da quando è iniziata la diffusione. Alle vittime si aggiungono anche una donna di Rovigo, due donne di Bologna e un uomo di Treviso, tutti morti nei primi giorni del mese di settembre.

L'anziano di Biella era ricoverato a Ferrara

A causa della febbre del Nilo è morto nelle ultime ore un uomo di 77 anni residente a Biella, che era ricoverato a Ferrara.

L'anziano si trovava in vacanza con la famiglia ed era stato punto da una zanzara infetta nel periodo di Ferragosto. Era ricoverato presso l'ospedale di Cona, vicino a Ferrara, perché in seguito alla puntura di zanzara aveva sviluppato una forma di encefalite.

L'uomo si trovava dalla fine di luglio al Lido delle Nazioni. Qui si era recato per trascorrere qualche settimana insieme ad altri familiari. Dopo il ricovero in ospedale c'erano stati alti e bassi e la famiglia ha sperato fino alla fine, quando l'anziano ha avuto delle complicanze a livello neurologico che l'hanno portato alla morte.

La donna morta in Veneto per il virus West Nile

È morta invece all'ospedale di Rovigo Rosa Ceruti. Anche la donna era stata punta da una zanzara, che le ha trasmesso la patologia della febbre del Nilo.

L'anziana di 84 anni non ha superato le complicanze, anche a causa di altre patologie dalle quali era affetta. Era stata ricoverata il 26 agosto perché presentava febbre molto alta e i medici avevano pensato in un primo momento a una meningite.

Un primo esame per la febbre del Nilo era risultato negativo. In un secondo momento i medici hanno ripetuto le analisi ed è stato accertato che si trattava di un altro caso della malattia che sta mietendo diverse vittime nel nostro paese.

Per l'anziana non c'è stato niente da fare, perché le altre malattie avevano già indebolito di molto il suo sistema immunitario.

Nel frattempo, proprio in seguito alla morte della donna di Rovigo, è scoppiata anche la polemica politica. La consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Patrizia Bartelle, ha accusato la Regione Veneto di non aver preso in tempo delle misure per gestire in maniera adeguata la situazione di emergenza.

Secondo Bartelle il problema sarebbe noto da più di 10 anni sul territorio, per cui si sarebbe dovuto provvedere con più largo anticipo ad un'opera di prevenzione della febbre del Nilo anche attraverso la disinfestazione.