L'Italia come la Grecia? L'emergenza migranti è in atto, a dispetto di quel che dice Matteo Renzi che evidentemente non sa contare oppure non si informa. Ma visto che riteniamo improbabili entrambe le ipotesi, siamo inclini a pensare che il premier voglia evitare di spostare l'attenzione della gente da quella che è attualmente la sua principale battaglia politica sul referendum costituzionale. Noi però non facciamo Politica ma informazione e sebbene sia esagerato oggi, e sottolineamo oggi, considerare l'attuale ondata di migranti in Italia paragonabile alla marea giunta l'anno scorso in Grecia, non possiamo che esprimere preoccupazione dinanzi a numeri che, in rapporto a quelli del 2015, sono in vertiginosa ascesa ed a nuove tragedie del mare.

Il picco di arrivi a maggio

Possiamo considerare concluso il mese di maggio e dunque tracciare un bilancio. I profughi sbarcati in territorio italiano nell'arco degli ultimi trenta giorno sfiorano quota 20.000, per l'esattezza sono 19.819 secondo le ultime stime. Soltanto nell'ultima settimana ci sono stati oltre 7.000 arrivi. Complessivamente, dai primi giorni di gennaio ad oggi, sono entrati in Italia 47.740 migranti. Rispetto allo scorso anno c'è un incremento del 4 per cento, non è poco. Oltretutto le strutture destinate all'accoglienza traboccano di presenze, allo stato attuale superano quota 119.000 di cui 86.000 nei centri di accoglienza temporanea, oltre 19.000 nei centri per chiedenti asilo, quasi 13.500 nei centri di prima accoglienza e nei quattro "hotspot".

L'anno scorso giunsero in Italia, complessivamente, oltre 150.300 cittadini stranieri. Il Belpaese in Europa figurava al secondo posto dietro la Grecia che ne accolse oltre 820.000. Continuando di questo passo quest'anno si potrebbe superare quota 200.000 arrivi ed andare oltre il tetto massimo di 170.000 che venne raggiunto nel 2014.

In maggioranza provengono dall'Africa subsahariana

Non è tanto la questione siriana ad alimentare questa nuova ondata di immigrati verso l'Italia quanto la situazione in una Libia ancora alla ricerca di stabilità politica. I rifugiati siriani entro i confini italiani sono una minoranza, la maggior parte dei migranti salpa dalla Libia, dove tutt'ora non è stato fatto nulla di concreto per fermare questi vergognosi traffici di esseri umani, e la provenienza riguarda in particolare gli Stati dell'Africa subshariana.

L'11 per cento degli stranieri che hanno toccato le coste italiane è nato in Eritrea e Nigeria, segue un buon 7 per cento di somali e gambiani. Naturalmente i porti più interessati sono quelli siciliani di Augusta, Pozzallo e Lampedusa ed anche il primo porto del continente più vicino all'isola, quello di Reggio Calabria. Solo il 12 per cento dei migranti (quasi 14.000 in base alle stime odierne) resta in Sicilia. La meta più battuta è la Lombardia che ospita attualmente 16.483 migranti che sono pari al 13 per cento del numero complessivo. Una regione con una folta presenza di immigrati è inoltre il Veneto, quasi 10.500, 9 per cento del totale.

Aumenta anche il numero delle vittime

L'attuale emergenza è ovviamente legata anche a nuove vittime del mare.

L'ultimo naufragio dello scorso 26 maggio potrebbe essere stato caratterizzato da una tragedia del tutto simile a quella accaduta a Lampedusa il 3 ottobre 2013, quando morirono 366 persone. Sarebbero infatti 300 i dispersi a largo delle coste libiche in un unico disastro marittimo e non due, come era stato inizialmente ipotizzato. I superstiti arrivati nel Canale di Sicilia sono stati infatti 150, dalla Libia sarebbero partiti due barconi, l'uno legato all'altro. Gli scafisti avrebbero poi tranciato il traino e la seconda imbarcazione si sarebbe ribaltata. Complessivamente erano salpate 450 persone. Secondo le stime dell'agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, i morti negli ultimi naufragi sarebbero addirittura 700.