Il 23 giugno si terrà il referendum sulla Brexit.I cittadini del Regno Unito potranno sceglierese rimanere o meno all'interno dell'Ue. Adifferenza delle scorse settimane, in cui il fronte filo-ue sembrava prevalere sugli euroscettici, negli ultimi due sondaggi dell'Icm per il quotidiano britannico "The Guardian" la maggioranza degli intervistati si è espressa a favore della Brexit, ossia favorevole ad una eventuale uscita dall'Unione Europea. Il risultato dei due sondaggi, uno telefonico e l'altro online, mostra un vantaggio dei sostenitori del "Leave" al 52% sul 48% del " Remain".
Brexit sì, brexit no
Il fronte Brexit è costituito dal Partito conservatore, le cui figure di spicco sono Michael Gove, cancelliere e segretario di stato della giustizia nel Regno Unito e Boris Johnson, politico e giornalista, sindaco di Londra dal 2008 al 9 maggio 2016 e dallo Ukip, Independence Party, partito britannico euroscettico, fondato da un gruppo di scissionisti del partito conservatore,guidatodall'europarlamentare Nigel Farage. A favore della permanenza nell'Ue sono invece i tories e i laburisti, capitanati dal Premier David Cameron, appoggiati dalle cariche Ue e dalla finanza internazionale.
"Modello australiano" sui migranti per una eventuale vittoria del fronte Brexit
Il cavallo di battaglia dello schieramento Brexit è il tema dell'immigrazione, molto sentito dai britannici.
Nel 2015, sono arrivati in Gran Bretagna 330 mila stranieri in più, anche se la metà dastati comunitari. Se il fronte del no dovesse vincere, il sistema di accoglienza cambierebbe: l'ingresso sarebbe condizionato dalle competenze professionali, non più dalla nazionalità ed inoltre, per alcuni incarichi, occorrerebbe una buona conoscenza della lingua inglese.
Motivazioni del fronte pro-ue
Lo schieramento per la permanenza del Paese nell'Unione Europea, continua a prevedere scenari catastrofici per una eventuale uscita, paventando effetti recessivi su occupazione, crescita, sterlina, commercio estero e perfino rischio per la pace e la stabilità della stessa Europa. Anche l'Italia secondo l'Ocse potrebbe andare in recessione e attuare ulteriori misure di austerità. Nonostante ciò, scrive il giornale tedesco Handelsblatt, solo il 29% dei cittadini britannici si fida delle istituzioni europee egli ultimi sondaggi mostrano un aumento degli euroscettici.