Per tutta la notte si è continuato a cercare tra le lamiere dei due treni che ieri si sono scontrati frontalmente sulla linea Bari Nord, tra Corato e Andria poco dopo le 11 al chilometro 51 della linea gestita dalla società privata Ferrotramviaria. I vigili del fuoco e gli altri soccorritori sono stati supportati anche dalle unità cinofile nella ricerca tra i resti accartocciati di quelli che erano i primi vagoni dei due convogli.

27 i morti accertati e 15 i feriti che ancora sono ricoverati negli ospedali della zona. Il comandante dei vigili del fuoco ha spiegato che si andrà avanti fino a quando non si avrà la certezza che non ci sono più persone tra le lamiere ma, fino alle 7 di questa mattina, 'non sono stati recuperati né individuati altri corpi'.

La Polfer ha ritrovato la scatola nera, intatta, del treno partito da Corato, mentre è stato rinvenuto solo un pezzo dell'altra. La procura di Trani, che intanto ha aperto un fascicolo a carico di ignoti, sta valutando tutte le ipotesi, compreso un guasto, ma la pista più accreditata sarebbe quella di un errore umano.

Il procuratore aggiunto, Francesco Giannella, ha sottolineato che questa è ancora la fase conoscitiva dell'inchiesta e che è difficile quantificare l'entità complessiva della tragedia. 'Non conosciamo il numero dei passeggeri perché non è un aereo e non abbiamo una lista' ha riferito alla stampa Giannella.

Si tratta comunque di un disastro tra i più gravi mai accaduti in Italia.

L'impatto tra i treni, che viaggiavano a una velocità di 100-110 chilometri orari è stato violentissimo. Uno dei treni ha solo due dei quattro vagoni rimasti intatti, l'altro addirittura solo l'ultimo. I convogli si sono letteralmente sbriciolati. Pezzi di lamiere sono stati rinvenuti a decine di metri di distanza dal luogo dell'incidente, tra gli ulivi che dominano la campagna pugliese che corre lungo i binari della ferrovia.

Una ferrovia da rifare e per la quale erano previsti lavori di raddoppio dal 2008, ma i cantieri di rifacimento erano appena iniziati.

La visita di Renzi e lo strazio delle famiglie

Già ieri, nel tardo pomeriggio, la visita e il sopralluogo di Matteo Renzi e Graziano Delrio. Il presidente del Consiglio non ha rilasciato dichiarazioni alla stampa, ma ha preferito scrivere il suo messaggio sui social network.

'Accanto alle famiglie delle vittime e a tutto il popolo pugliese in questo momento di dolore atroce. Voglio che risuoni forte il grazie degli italiani per la professionalità dei soccorritori che hanno reso meno pesante un bilancio di morti comunque assurdo e inaccettabile' scrive Renzi sul suo profilo Facebook.

“Assurdo” è l'aggettivo che utilizza anche Luigi Di Maio il quale, sempre sui social, si sfoga per le conseguenze dei ritardi e dell'arretratezza dell'Italia: 'Aspettiamo che la magistratura faccia il suo corso, ma con la tecnologia odierna e le soluzioni a disposizione è assurdo che possano continuare ad accadere tragedie del genere'. Chiede inoltre che venga fatta chiarezza sulla dinamica dell'incidente e auspica che il ministro Delrio riferisca quanto prima in aula.

Intanto doveva cominciare intorno alle 9 di questa mattina il lavoro di riconoscimento delle vittime presso il Policlinico di Bari. Un'operazione che si prospetta complessa e straziante viste le condizioni in cui versano molti dei corpi recuperati tra le lamiere accartocciate e sbriciolate dei treni coinvolti nel drammatico incidente. Il professor Francesco Introna, dell'Istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari, ha reso noto che, in Istituto, si trovano 22 cadaveri e un altro sarà spostato da uno degli altri ospedali, ma sottolinea che 'le cifre ufficiali le diffonde la Prefettura'.

I resti umani ritrovati tra le lamiere di una locomotrice apparterrebbero a uno dei macchinisti, mentre l'altro, seppur gravemente ferito, sarebbe ancora vivo. Non si conosce invece la sorte dei due capotreni.