Conferme e sospetti. Arrivano dalle indagini sulla strage di Nizza dello scorso 14 luglio che proseguono a 360 gradi. Mohamed Bouhlel, il killer che ha lasciato sull'asfalto 84 morti prima di essere ucciso dalla polizia, non era un "lupo solitario" come inizialmente si pensava. Sono cinque, finora, i complici accertati e tratti in arresto. L'ulteriore conferma arriva dalla pista "italiana" che non sarebbe così marginale come si supponeva inizialmente. Riguardo alla rivendicazione dell'Isis, non ci sono prove su legami con il Califfato da parte del gruppo che ha pianificato l'attentato ma è sempre più forte il sospetto che i soggetti coinvolti possano avere legami con Al Qaeda.

Attacco premeditato da un anno

"Non ci sono prove sui presunti legami di Bouhel con l'Isis ma è certo che il killer aveva una rete di conoscenze che lo hanno supportato nell'attuazione dell'attacco". Questo è il parere di Francois Molins, procuratore francese antiterrorismo, che ha confermato l'arresto di cinque persone per complicità con il 31enne franco-tunisino. Importante il ruolo di Ramzie Arefa, cittadino albanese di 22 anni che, insieme alla compagna anche lei agli arresti, avrebbe procurato a Bouhlel la pistola calibro 7.65 con la quale è stato compiuto l'eccidio. Poi il 37enne tunisino Choukri Chafroud, l'uomo che fino all'anno scorso viveva a Gravina, in provincia di Bari, che avrebbe accompagnato il killer sul luogo della strage.

Oltretutto Chafroud sarebbe tornato in Italia una settimana prima dei fatti di Nizza, ospite di connazionali con i quali avrebbe avuto successivi contatti telefonici dalla Francia. Ragion per cui su di lui indagano anche le Procure di Roma e Bari. Ad ogni modo l'attentato di Nizza non è stato organizzato sul momento ma era premeditato da parecchi mesi.

Praticamente da anno, stando ad alcune foto recuperate sul cellulare di Bouhlel: lo scorso anno infatti, alla data del 14 luglio, aveva scattato parecchie fotografie sulla festa celebrativa della Presa della Bastiglia che riprendono esattamente i luoghi della strage. Ci sono diversi zoom, in particolare sulla folla.

Legami con Al Qaeda?

Un altro soggetto arrestato è il 40enne franco-tunisino Mohamed Walid, amico di vecchia data dell'attentatore. I tabulati telefonici hanno registrato quasi 1.300 conversazioni tra i due nell'ultimo anno. In particolare c'è un SMS che ha attirato l'attenzione degli investigatori, spedito tre giorni dopo l'attentato alla redazione di "Charlie Hebdo" a gennaio dell'anno scorso. "Non sono Charlie - è scritto testualmente - e sono contento che hanno portato i soldati di Allah a finire il lavoro". E qui spunta all'orizzonte l'ombra lunga di Al Qaeda che, di fatto, smentirebbe la mano dell'Isis nell'attacco di Nizza visto che le due organizzazioni non sono assolutamente alleate.

L'attentato a "Charlie Hebdo" infatti venne rivendicato da Ansar al-Sharia, branca yemenita dell'organizzazione terroristica creata a suo tempo da Osama Bin Laden. E nemmeno a farlo apposta, è arrivata puntuale una nuova rivendicazione della strage riportata sulla rivista jihadista "Inspire Guide" che parla di attacco pianificato da "AQAP", Al Qaeda in Arabian Peninsula. Si tratta dell'altra denominazione con cui è nota l'organizzazione yemenita suddetta.

Terrore dal Brasile

Intanto da oltre oceano è arrivata una nuova, inquietante notizia. La polizia federale del Brasile ha arrestato dieci persone negli Stati di San Paolo e Paranà con l'accusa di terrorismo internazionale: il gruppo, che giorni fa aveva dichiarato la sua fedeltà allo Stato Islamico, corrisponde al nome di Ansar al-Khalifah ed avrebbe avuto intenzione di compiere un attentato a Rio de Janeiro, dopo l'apertura dei Giochi Olimpici.

Il ministro della giustizia del Brasile, Alexandre Moraes, ha detto nel corso di una conferenza stampa che il gruppo stava rapidamente passando dai messaggi telematici per il reclutamento di nuovi "soldati" ad "atti preparatori per un attacco".