Amaq, la voce del Califfato nero, ha rivendicatola strage di Nizza in cui sono morte 84 persone. La strategia di "promozione" dell'Isis è questa, si sapeva che prima o poi sarebbe arrivata la notizia anche se, con ogni probabilità, Mohamed Lahoujaiej Bouhlel non aveva nulla a che spartire con lo Stato Islamico. Ormai è storia nota e, pertanto, ipotizzare che un attacco del genere sia stato pianificato nelle sedicenti capitali del Califfato è pura fantasia che lasciamo volentieri ai beceri populisti da social network. In realtà il 31enne franco-tunisino non avrebbe nemmeno rivendicato il "marchio Isis", la famosa dichiarazione di fedeltà allo Stato Islamico tipica di molti attentatori jihadisti.

Però, stando alle ultime risultanze investigative, potrebbe aver avuto in qualche modo legami con un'organizzazione terroristica tutt'altro che vicina all'Isis.

I contatti nella rubrica telefonica

Gli investigatori hanno accuratamente setacciato il materiale informatico trovato nell'appartamento di Mohamed Lahoujaiej Bouhlel e sul suo telefono cellulare. Non c'è prova di una sua adesione allo Stato Islamico e nemmeno la già citata dichiarazione di fedeltà. Ciò, al momento, fa presupporre che la rivendicazione dell'Isis sia semplicementel'ennesima e ripetitiva mossa strategica di Abu Bakr Al Baghdadi e compagni. Ma, nella rubrica presente sul cellulare, le forze antiterrorisimo hanno fatto un'interessante scoperta.

Ci sarebbero infatti contatti che in qualche modo sarebbero stati vicini ad Omar Diaby, noto jihadista franco-senegalese originario di Nizza, considerato tra i maggiori reclutatori di combattenti islamisti francesi. Prima di commettere l'eccidio, inoltre, il killer avrebbe sentito telefonicamente uno di questi contatti. Ma Omar Diaby è un affiliato del Fronte Al Nusra, cellula di Al Qaeda attiva in Siria e per nulla alleata con lo Stato Islamico con il quale, in passato, è arrivata anche allo scontro aperto sul campo di battaglia.

Se, pertanto,Mohamed Lahoujaiej Bouhlel era in contatto con persone vicine ad uno degli uomini di spicco di Al Nusra, ciò esclude di fatto i suoi presunti legami con il Califfato nero e sgonfia il proclama di Amaq che lo ha dipinto come un "soldato dell'Isis". Nell'ambito delle indagini, la polizia francese ha arrestato sette persone: si tratta di soggetti vicini in qualche modo al killer e, pertanto, sospettati di aver recitato il loro ruolo nell'eccidio.

Ritrovati in cinque tra gli italiani dichiarati 'dispersi'

Sono stati intanto ritrovati alcuni degli italiani dichiarati "dispersi" dalla Farnesina. In cinque sono ricoverati all'ospedale "Pasteur" di Nizza. Si tratta di Matilde Massardi, 14 anni, di Cuneo; Gaetano Moscato, 71enne piemontese al quale è stata amputata una gamba; Dalila Staccoli, 29enne bresciana; Marinella Ravotti, 55 anni, della provincia di Cuneo, ed il marito Andrea Avagnina, 53 anni. Quest'ultimo, consigliere comunale a San Michele di Mondovì, versa in gravissime condizioni con prognosi sulla vita.

Depresso o imbecille?

Ci sono diverse testimonianze di persone che conoscevano personalmente Mohamed Lahoujaiej Bouhlel. Era un pregiudicato per reati contro la persona ed uso improprio di armi.

Ufficialmente non aveva legami con le organizzazioni terroristiche. Non sarebbe stato nemmeno un musulmano praticante. Alcuni lo definiscono "un solitario in preda a frequenti crisi depressive", altri "un emarginato", i vicini di casa addirittura "un imbecille". La comunità tunisina di Nizza è furente. "Mohamed si ubriacava e non celebrava il Ramadam, non seguiva i precetti dell'Islam nè tantomeno era un fanatico religioso ma, per colpa sua, ora tutti ci guardano con sospetto". Rabeb Bouhlel, sorella del pluriomicida, ne ha confermato i problemi psichici. Insomma, tutto lascia pensare all'azione di un folle ma di questi tempi si fa presto a dire Isis, soprattutto se il folle in questione è musulmano.