“Arabi fora”, la traduzione dal corso è semplice. Arpioni, bottiglie di vetro e auto incendiate. Una violenta rissa è scoppiata nella serata di sabato, in una spiaggia a pochi passi da Sisco, località turistica della Corsica (isola a due passi dalla Sardegna), tra musulmani, corsi e turisti che avrebbero scatenato la “battaglia” per aver fotografato delle donne africane che facevano il bagno in “burkini”. Il bilancio dei tafferugli, iniziati in spiaggia e terminati a Bastia (dove circa 500 corsi hanno protestato in piazza chiedendo a tutte le autorità di prendere provvedimenti urgenti), è di almeno quattro feriti e di tre auto incendiate.
Una donna in dolce attesa, per lo spavento, è stata accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale di Bastia. I feriti se la caveranno con qualche giorno di cure e riposo.
E intanto in tutta la Corsica è rispuntata fuori la sigla “IAF” che sta per “i arabi a fora”. Per domare la rivolta in spiaggia è stato necessario l’intervento di più di cento uomini tra gendarmi e poliziotti. Alla fine della baraonda il sindaco di Sisco, Pier Angelo Viconi, ha vietato l’uso dei “burkini” nelle spiagge.
Calci, pugni e arpioni
Come ha riportato il quotidiano francese “Le Monde” la discussione terminata in rissa sarebbe iniziata perché alcuni turisti in vacanza in Corsica avrebbero fotografato la caletta a pochi passi da Sisco dove si stavano facendo il bagno alcune donne musulmane che indossavano il “burkini”.
Alla richiesta di cancellare le foto i forestieri avrebbero risposto picche scatenando la reazione dei mariti magrebini che avrebbero aggredito i turisti con bastoni di ferro e bottiglie di vetro. Il tutto è stato filmato con uno smartphone da un ragazzo corso di origini ceche che per questo è stato massacrato di botte.
Ed è stata anche questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Secondo la ricostruzione fornita da “Le Monde” infatti i magrebini, armati di asce e arpioni da sub, avrebbero aggredito con violenza i giovani corsi andati in soccorso dei turisti. Durante i tafferugli sono volati pugni, calci, spintoni e le tre auto delle famiglie musulmane sono state ridotte dalle fiamme ad un ammasso di lamiere fumanti.
La contestazione si è poi spostata a Bastia dove, circa 500 corsi, hanno protestato conto le autorità per il fatto accaduto e hanno chiesto che venga vietato l’uso del “burkini” nelle spiagge della Corsica.
Versioni differenti
Da una parte i magrebini che assicurano di essere stati insultati con frasi tipo: “Qui non vi vogliamo, andate via, fuori i musulmani”. Dall’altra i giovani corsi che sostengono di aver difeso alcuni turisti e di essere stati aggrediti. Al centro il sindaco socialista Pier AngeloVivoni che ha vietato, con un ordinanza comunale, l’uso del “burkini” nelle spiagge e ha difeso i giovani corsi: “Protestare era un loro diritto – ha sentenziato il primo cittadino – la paura è quella di essere invasi. Utilizzare il burkini per farsi il bagno a mio parere è solo una provocazione che non rispetta in alcun modo gli usi e i costumi della nostra comunità che è sempre stata unita”.