Si ègettato dal sesto piano del palazzo in cui abitava a Milano, il pediatra Alberto Flores d'arcais. Così ha deciso di togliersi la vita il primario dell'ospedale di Legnano, che dal mese di luglio era accusato di abusi su minori. A constatare il decesso e darne notizia sono stati i soccorritori del 118, giunti sul posto alle 7: inutile la corsa, ormai non vi era più nulla da fare.

Pesanti le accuse che gli erano state mosse dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio (Varese): il medico era indagato per atti illeciti nei confronti di sue pazienti minorenni, tra i 6 e i 14 anni, durante le visite mediche che effettuava di routine; in particolare si parla di diciotto episodi, a partire dal 2008, in cui pare che il dottore prolungasse il tempo dedicatoai controlli su ognibambina più delnecessario.

D'Arcais aveva sempre dichiarato la sua innocenza,

ma delicate sono le scoperte fatte oggi, dopo la sua morte. Pare infatti, dalle indagini (iniziate al termine dello scorso anno), che il personal computer del dottore contenesse un vasto quantitativo di materiale pedopornografico: immagini, tracce informatiche di collegamenti a siti web; non solo, sembraaddiritturache vi fossero anche pagine online contenenti racconti sulle bambine abusate durante le visite. Quasi 5000 files che aggravano le accuse mosse al pediatra. Inutili i tentativi di distruggere quelle tracce formattando l'hard disk, comunque rinvenute dagli inquirenti; inoltre vi era un secondo dispositivo portatile, sempre appartenente a D'Arcais, contenente altri files di genere pedopornografico che erano stati solamente spostati dalla memoria alcestino: ancor più facile è stato in questo caso reperirli.

Un gesto, quello di togliersi la vita gettandosi dalla finestra del proprio appartamento, pianificato con cura. Diversi i messaggi di addio lasciati ad amici e parenti: alla famiglia il medico avevo scritto "perdonatemi, vi amo"; ad altri, probabilmente anche colleghi, aveva lasciato dieci buste chiuse, poste subito sotto sequestro dalla magistraturamilanese.