Quasi sconosciuto da diverse persone, il fenomenodella pedopornografia è una macchia silenziosa che agisce e si spande silenziosamente tra la folla sociale. Pochissimi i giovanimaltrattati che vengono riconosciuti nel mondo (circa 300 in 19 paesi); sonostate raccolte dall'Interpol a cominciare dal 2001 oltre 250.000 immaginipedo-pornografiche reperite dal web, e sembrerebbe che il 70% di questeproviene dalla rete e solo una minima parte da spam, reti peer to peere news group. 

Il fenomeno interessa un po' tutti: sociologi,psicologi, criminologi, tutori dell'ordine, investigatori e forze armate; mapoco si riesce ad estrapolare proprio per il basso profilo con cui talefenomeno si insinua nella società odierna.

Da non confondere con la pornografia minorile, lapedopornografia tratta la raffigurazione di atti sessuali con la presenza disoggetti in età pre-puberale: tale confusione (la pornografia minorile non èaltro che il materiale pornografico incui sono coinvolti individui che, pur non avendo ancora raggiunto la maggioreetà, hanno già subito le trasformazioni fisiche e mentali proprie della pubertà) nasce dal fattoche in molte legislazioni, tra cui quella italiana, viene considerata illegale e punita non lapedopornografia in quanto tale, ma più in generale qualsiasi forma dipornografia minorile, ossia la produzione, distribuzione e detenzione dimateriale pornografico coinvolgente minori.

Ciò che stuzzica gli studiosi oggi, è riuscire acapire come tale fenomeno riesca a passare inosservato alla maggior parte degliinformatori, che, o per mancanza di nozioni o per confusione con altri fenomeni(come per la pornografia minorile dicevamo prima) non riescono ad individuarloin maniera del tutto completa, lasciando libero sfogo a un atto deviante cheper tale motivo potrebbe andare in contro a una proliferazione graduale neltempo. 

Da quel poco di cui si è conoscenza, sembra che le vittime siano ripartite tra bambine e bambini, oltre la metà sono bambine coinvolte in attività esplicite o che subiscono violenze sessuali.

Inoltre, il 40% delle bambine e più del 50% dei maschi hanno tra i 9 e i 12 anni, il 10% del totale presenta un'età addirittura inferiore. La maggior parte delle vittime ha tratti indo-europei e solo secondariamente orientali.

Il maggior pericolo sembra venire fuori in quegli ambienti al di fuori delle indicizzazioni dei motori di ricerca, dove il materiale condiviso è realizzato tramite l'ausilio di mezzi casalinghi e su vittime vicine per familiarità o amicizia al loro stupratore.

Sul web c'è una forte polemica sul fatto di quanto la rete abbia incentivato o reso più facile la pedopornografia o su quanto renda più evidente un fenomeno prima insabbiato. In particolare destano attenzione e preoccupazione i minorenni che hanno accesso ad internet senza alcun tipo di  supervisione da parte di adulti responsabili.

Numerosi motori di ricerca o fornitori di servizi di rete, inoltre, hanno attività di censura del materiale pedopornografico.

Importante è segnalare che la pedopornografia, come molte altre attività devianti, ha alle spalle un consistente giro di denaro. Sono molte e continue le critiche rivolte ai procuratori di spazi web, di servizi di accesso e di indicizzazione del contenuto di non attuare politiche di controllo e censura reali, sottovalutando più o meno volutamente la questione.

Proprio per il fatto che è un fenomeno che si nasconde bene all'interno della società odierna in Italia, il semplice possesso di materiale pedopornografico costituisce reato e per le persone coinvolte è prevista pena accessoria l'interdizione a vita dell'attività nelle scuole o negli uffici o servizi in strutture frequentate per la maggior parte da minorenni.

In Italia ci sono stati diversi casi, a cominciare da quello più recente uscito fuori lo scorso 15 aprile a Parma, quando i Carabinieri hanno messo un pensionato in manette colto mentre scaricava file da Emule. Si aggirava nei pressi di scuole di danza e asili mentre scattava foto ai bambini.

La media recente parla di venticinque indagati online nel nostro paese; la procura distrettuale di Catania ha messo sotto arresto tre uomini tra Messina, Napoli e Prato, trovando nei loro computer migliaia di video e immagini a carattere pedopornografico.

Anche qui: la prevenzione attraverso mezzi di comunicazione, avvistamento di sospetti a scattare foto in ambienti frequentati da bambini in generale o strani comportamenti di adulti vicino a minorenni a loro sconosciuti potrebbero essere probabili sentori di questo atto criminale, che oggi più che mai ha bisogno di essere fermato prima che diventi virale.