Ci sono pensionati che lottano per arrivare a fine mese con le loro pensioni minime e chi invece ruba lo stipendio, come nel caso dei 29 lavoratori infedeli di Siracusa, che timbravano e poi uscivano dall'ufficio per fare le cose più disparate.
A guardare il registro delle presenze, i 29 impiegati risultavano essere sempre sul luogo di Lavoro, ma in realtà la maggior parte del tempo che dovevano passare a lavorare, svolgevano invece le attività più disparate: chi andava a far compere, chi zappava la terra e potava le siepi, chi ancora si ritirava a casa per fare un pisolino o avere qualche ora di sano relax.
I pedinamenti della Guardia di Finanza
Questi sconcertanti retroscena - che richiamano alla mente i recenti fatti di cronaca accaduti in tante altre città non ultima quella di Sanremo - sono stati filmati per ben un anno dagli uomini della Guardia di Finanza di Siracusa.
Un lavoro straordinario, fatto da pedinamenti, intercettazioni, videoregistrazioni, filmati che hanno portato alla luce le violazioni compiute da 29 dipendenti, che tutto facevano tranne che lavorare.
I 29 infedeli sono tutti alle dipendenze dell'ex Provincia Regionale di Siracusa, che è stata quindi dal gennaio dello scorso anno oggetto dell'attenzione della Guardia di Finanza.
I reati contestati e il rischio licenziamento
Migliaia sono i filmati che inchiodano i furbetti del cartellino, che ora dovranno rispondere ai magistrati di truffa aggravata e di falsa attestazione e certificazione del badge da parte dei dipendenti pubblici.
Gli impiegati si assentavano spesso, anche grazie la complicità di altri colleghi, e facevano risultare invece la loro presenza per il numero di ore prestabilito. Un'operazione resa ancor più difficile perché ad essere controllate erano ben quattro sedi diverse.
Inutile dire lo sdegno generale sollevato dalla notizia, dove sempre più persone perdono il lavoro e faticano ad andare avanti.
Secondo quanto riferito dal Procuratore della Repubblica di Siracusa, Francesco Paolo Giordano, i dipendenti infedeli riceveranno anche dei pesanti provvedimenti disciplinari da parte dell'amministrazione di appartenenza, rischiando anche - e sarebbe ora - il licenziamento.