In occasione dell'evento "Stop all'impunità per i reati e gli abusi contro i giornalisti"organizzato da "Ossigeno per l’Informazione ONLUS" e svoltosi a Roma questo 26 ottobre, davanti a centinaia fra giornalisti e studenti nel settore dei media, è intervenuta anche Concita De Gregorio, ex direttrice del quotidiano L'Unità, che ha fatto delle rivelazioni inedite riguardo alle conseguenze che ha subito per le varie cause civili del suo ex giornale. Ecco che cosa ha dichiarato.

"Le cause civili contro l'Unità dei tempi di Berlusconi sono ricadute su di me: 5 milioni di euro da pagare e pignoramenti alla casa"

"Io ho diretto L'Unità per tre anni, dal 2008 al 2011, un periodo in cui c'era un Governo di centrodestra. In quel periodo ci sono arrivate ben 145 azioni legali per diffamazione nei miei confronti come direttore, il quale come noto è responsabile in solido con l'editore con l'autore di ogni articolo. Il totale di queste 145 azioni civili è corrisposto alla richiesta di 5 milioni di euro di risarcimento danni. Le varie persone che hanno intentato queste cause, nomi che posso fare dato che corrispondono ad atti pubblici, sono i vari Dell'Utri, Miccicché, La Russa, Taormina, Previti, Angelucci oltre a Paolo, Silvio e Piersilvio berlusconi e altri. Quasi ogni giorno arrivavano in redazione atti di notifica di azioni. Anche perché i Governi di allora avevano dei software nei quali ogni volta che un personaggio veniva menzionato sui media, a loro arrivava la notifica automatica. Caduto il Governo di centrodestra arriva poi la crisi de L'Unità, la cui societàperò non fallì ma vi è statoun concordato fra vecchi e nuovi editori, che poi sarebbero gli stessi. Ma nel caso in cui l'editore cessa, nella sostanza la responsabilità degli articoli ricade tutta sulle spalle del direttore responsabile che deve rispondere personalmente a tutti i 145 creditori, eppure il direttore è un dipendente che guadagna 2.000 euro al mese. Quindi io mi sono trovata a dover pagare personalmente 5 milioni di euro, così sono andata dal nuovo editore de L'Unità, che incidentalmente è anche Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'editoria, di un Governo il cui partito di maggioranza è di fatto editore. E gli ho dettoche c'erastato un piccolo incidente di percorso, perché dovevo pagare 5 milioni di euro. Fra l'altro otto di questi processi sono stati da noi vinti in Primo Grado e corrispondono a 1,5 milioni di euro. Ma intanto ho subito 5 decreti di pignoramento della casa in cui vivo,ho già pagato personalmente 500 mila euro e di fatto non percepisco redditi dal 2011. Il nuovo Governo di centrosinistra di fronte a questa evidenza mi ha detto "Ma la legge è così, che possiamo fare?": ma invece si tratta di una legge del '48 e si può cambiarla. Questo ovviamente lo dico non per me, dato che le norme non sono retroattive, ma invece per tutti quelli che operano nel mondo del giornalismo. Purtroppo i vari media non hanno voluto approfondire questa vicenda. Comunque se tornassi indietro rifarei tutto quello che ho fatto, ma ci tengo a dire ai colleghi di non accettare mai di fare il Direttore di un giornale con questa legge vigente".

A Concita De Gregorio, dopo aver raccontato questa esperienza choc, è stata espressa piena solidarietà da parte dei numerosi colleghi giornalisti presenti nella sala della Biblioteca Nazionale a Roma, oltre che dalla presidenza del convegno che appunto verteva sulle cause di diffamazione contro il mondo dei media.