Dario Fo è morto ed un pezzo della storia, non solo culturale ed artistica, di questo Paese se ne va con lui. Aveva 90 anni, una vita straordinaria e ricca di esperienze ed emozioni, condivise con le tante persone che hanno seguito il suo percorso artistico, appassionandosi così non solo alla cultura, ma anche alla politica.

Una vita fuori dal comune

Già, perché proprio Dario Fo aveva deciso di utilizzare la comicità per contrastare il potere politico e tutte quelle forme di prevaricazione e sopruso, che tanto hanno danneggiato gli italiani. Un italiano come tanti altri, lui, Dario, nasce nel 1926 in un piccolo e ridente paesino affacciato sul Lago Maggiore.

Figlio di un impiegato delle Ferrovie dello Stato e di una giovane contadina, che nonostante le poche disponibilità economiche - oltre la scarsa cultura - fecero di tutto per dare al figlio la possibilità di evadere dalla ristretta e soffocante vita di provincia e trasferirsi a Milano.

Ed ecco che il suo trasferimento a Milano coincide anche con l'inizio dei suoi studi presso l'Accademia di Belle Arti di Brera, poi le fortunate collaborazioni con la Televisione come autore di testi satirici che ebbero una grande fortuna. Ed è proprio in questo suo fulgido periodo che incontrò la donna della sua vita, Franca Rame, che sposò - lasciò - e poi risposò; un sodalizio che si realizzò anche nella vita professionale grazie alla creazione della Fondazione Dario Fo e Franca Rame.

Il "giullare del popolo"

Anni difficili, con commedie dai titolo forti contro il potere politico, che gli costò tante censure finite perfino con un divieto di apparizione in televisione. Ma Dario Fo riuscì a fare di quella proibizione la sua fortuna, perché iniziò il suo lungo percorso di produzione e messa in scena di spettacoli autogestiti, che alimentarono ancor più la sua fama e popolarità.

Ed è proprio lui, che forse per prima capì l'importanza del rapporto del pubblico, cosa che portò avanti recitando nelle piazze, nelle fabbriche, in tutti i luoghi di quotidiana vita reale, facendolo diventare "il giullare buffo". Un artista con la A maiuscola, di quelli a tutto tondo che riuscivano bene in qualsiasi cosa si cimentassero: teatro, poesia, arte, regia.

Vince il premio Nobel nel 1997, con una motivazione che ci piace ricordare, perché sintesi esemplare della grande figura di Dario Fo: "Perché seguendo la tradizione dei giullari medioevali dileggia il potere, restituendo la dignità agli oppressi".