I media, la televisione e i social network non parlano che di un fatto di cronaca successo a Roma nei giorni scorsi e che ha dell'incredibile: un uomo malato terminale passa le sue ultime 56 ore in Pronto Soccorso perché non c'erano posti a disposizione in altri reparti.
Le drammatiche condizioni della sanità italiana
Questa è la condizione della sanità italiana: che se da un lato assicura le prestazioni sanitarie gratuite a tutti, dall'altro non è in grado di assicurare privacy e dignità a chi sta per morire ed è costretto a passare le ultime dolorose ore della sua esistenza terrena sotto l'occhio indiscreto di perfetti sconosciuti che passano dai corridoi del Pronto Soccorso per i motivi più disparati, talvolta per niente rispettosi del dramma che gli si presenta davanti.
La trista storia del signor Marcello Cairoli, purtroppo, non è né la prima né l'ultima. Troppo spesso accadono casi del genere, ma altrettanto spesso i familiari sono troppo impegnati a convivere con il proprio lancinante dolore, tanto da esserepoco disposti a far conoscere i fatti ai media e alle forze dell'ordine.
Così non è stato per il figlio del signor Cairoli, Patrizio, che dopo qualche giorno la dipartita del padre, ha preso carta e penna ed ha portato a conoscenza diretta del Ministro Lorenzin le condizioni disumane in cui il padre è stato costretto a vivere le ultime ore - drammaticamente dolorose - di vita su questa terra.
La lettera del figlio
Parole composte, timide, che non hanno alcuna pretesa se non quella di lanciare un appello affinché non ci siano più malati terminali lasciati morire nei Pronto Soccorsi d'Italia.
Dopo aver raccontato il brevee doloroso calvario a cui si è dovuto sottoporre il padre dopo la diagnosi di cancro, Patrizio racconta le ore drammatiche passate nel Pronto Soccorso del San Camillo, ospedale capitolino che in quel momento era sprovvisto pure di un letto disponibile per assicurare dignità di morte.
Una dignità e una privacy che invece è stata drammaticamente trovata dai familiari del signor Cairoli, che con un maglioncino attaccato al muro con dello scotch e i loro stessi corpi hanno fatto scudo e preservato il padre da sguardi indiscreti, schiamazzi, incursioni notturne di barboni e drogati.
Parole che colpiscono dritte al cuore, commuovendogli internauti, che in questo momento stanno a decine di migliaia condividendo il testo e invadendo i post che lo contengono di commenti, tra i quali quello che si legge più frequentemente è: vergogna!