Lunedì 24 ottobre è la “Giornata mondiale della polio” edizione 2016, ma l’evento ufficiale, co-sponsorizzato dall’Unicef, si svolgerà il giorno prima a New York City presso la sede del Rotary International. Il “Wordl Polio Day”, potrà essere seguito dal vivo in streaming (o registrato) sul sito endpolio.org. L’incontro si propone di rispondere ad alcune domande chiave sulla situazione attuale della poliomielite nel mondo. Quindi, a che punto è questa lotta? Cosa bisogna ancora fare per eradicarla totalmente? E infine perché ha costi così elevati?

Cercheranno di rispondere a queste domande alcuni esperti internazionali del campo sanitario tra cui Anthony Lake, direttore esecutivo dell’Unicef e alcuni ambasciatori del Rotary. Moderatore dell’evento sarà Jeffrey Kluger, editore della sezione Salute e Scienza della rivista Time.

L’evento, che lo scorso anno è stato seguito da 23 milioni di persone in 24 Paesi del mondo, sarà anche un’occasione per i 33mila Rotary club locali, presenti in quasi ogni angolo della terra, di organizzare delle manifestazioni e creare delle iniziative per sensibilizzare il pubblico e raccogliere fondi da destinare alla battaglia per l’eliminazione completa della polio dall’intero il pianeta.

Negli anni Cinquanta, gli Stati Uniti devastati della polio

La “Giornata mondiale della polio” fu istituita 10 anni fa dal Rotary International per ricordare l’anniversario della nascita del dottor Jonas Salk che, insieme al suo team di ricercatori dell’università di Pittsburgh, sviluppò nel 1952 il primo vaccino antipolio, ufficializzato nel 1955.

Prima di questa data la poliomielite era una delle più terribili e devastanti epidemie del secolo. La vittima più famosa fu, senza dubbio, il presidente americano Franklin Delano Roosevelt, che fu anche il promotore dell’organizzazione finanziatrice del progetto che permise a Salk di ottenere il suo vaccino.

Il numero di casi diagnosticati intorno agli anni Cinquanta fu enorme.

Nel ’52 gli Stati Uniti furono colpiti dalla peggiore epidemia di polio della loro storia: 58mila casi individuati, oltre tremila morti e più di 21mila persone colpite da forme invalidanti. Salk, dopo il successo delle sue ricerche sulla polio, tentò fino alla sua morte, avvenuta nel 1995, di sviluppare un vaccino anche contro l’Hiv, purtroppo senza riuscirci.

In Italia, nel mirino i medici anti-vaccino

Comunque, dal 1985 il Rotary International, grazie anche al sostegno dell’Organizzazione mondiale della sanità e dell’Unicef, ha avviato il “Progetto polio plus”, utilizzando il vaccino orale monovalente, sviluppato da Albert Sabin, ha ridotto del 99 per cento la poliomielite nel mondo.

Focolai sono rimasti in Afganistan (8 casi), Pakistan (14 casi).

I tre casi della Nigeria, rappresentano un trend negativo perché lo scorso anno non si erano registrati casi. A dimostrazione del lavoro svolto e dei successi ottenuti in questi anni basta confrontare i dati del 2012 con quelli di oggi negli stessi Paesi: 121 in Nigeria, 58 in Pakistan e 37 in Afganistan.

Da contraltare a questa disperata lotta pro-vaccino per permette anche alle popolazioni più povere di potersi difendere ed evitare terribili malattie, in Italia vengono aperti i primi provvedimenti verso i medici “anti-vaccino”. Rischiano misure disciplinari, che arrivano fino alla radiazione, in base ad un documento varato dalla Federazione nazionale dell’ordine dei medici. Nei loro confronti l’accusa di sostenere “posizioni antiscientifiche circa la pericolosità dei vaccini”.