C'è stata anche tanta Italia nella missione Rosetta, con tre strumenti scientifici dell'orbiter. A bordo del lander, italiano anche il sistema di acquisizione dei campioni, denominato Sd2, capace di penetrare sino a venti centimetri di profondità nel nucleo della Cometa, la cui realizzazione è stata effettuata da Galileo Avionica, responsabile Amalia Ercoli Finzi del Politecnico di Milano. Stesso discorso per il sottosistema dei pannelli solari, a cura del Politecnico. In prima linea anche l’Agenzia spaziale italiana.

Gli strumenti dell’orbiter e i responsabili

Ecco, uno per uno, i tre strumenti dell’orbiter e i relativi responsabili: Virtis, "principal investigator" Fabrizio Capaccioni dell'Iaps, in grado di combinare due canali di osservazione per risalire alla natura delle parti del nucleo della cometa. Giada, "pi" Alessandra Rotundi della Parthenope di Napoli, per l'analisi delle polveri della cometa, con la misurazione delle proprietà dinamiche. Infine Osiris, "pi" Cesare Barbieri dell'Università di Padova, per la raccolta delle immagini.