Nuova tegola per l'inviato delle Iene Luigi Pelazza. Stavolta è la Bosnia ad attaccare l'inviato del celebre programma televisivo. Le autorità del Paese dell'Est ritengono falso il servizio sul traffico di armi realizzato da Pelazza in Bosnia. Nel reportage si parla di 5 arresti. Nello specifico, la Procura di Sarajevo ha reso noto che i protagonisti del video non sono stati identificati e, inoltre, è stato acclarato che non sono trafficanti di armi.

Le autorità italiane sono state informate sulla vicenda

Vahidin Sahinpasic, un funzionario della Polizia bosniaca, ha affermato nel corso di una conferenza stampa che ci sono prove e rilevazioni del fatto che quelli del filmato di Luigi Pelazza non sono presunti trafficanti di armi.

Sahinpasic ha anche sottolineato che, attualmente, l'inviato de 'Le Iene' è ritenuto un 'sospetto'. Tutto è iniziato lo scorso 2 ottobre 2016, quando il programma Le Iene ha mandato in onda il servizio realizzato da Luigi Pelazza, intitolato 'Dove l'Isis compra le armi per colpire l'Europa'. Il filmato ha irritato non poco le autorità bosniache, secondo cui il reportage del giornalista italiano è inattendibile. La Procura di Sarajevo ritiene che l'inviato italiano abbiapagato alcuni tossicodipendenti per realizzare il servizio. Il procuratore ha aggiunto che non ci sono dubbi sul fatto che quelle persone siano dei drogati. Il comunicato diffuso dalla Procura di Sarajevo sottolinea anche che le autorità italiane sono state informate della vicenda, visto che il reportage ha danneggiato la reputazione della Bosnia sul versante del contrasto del terrorismo.

Pelazza respinge le accuse

Luigi Pelazza respinge le accuse e, nel corso di un'intervista rilasciata a un'emittente bosniaca, ha precisato che non vi sarebbe stata alcuna ragione per inventare tutto. L'inviato delle Iene, dunque, torna a far parlare di sé dopo essere stato espulso dalle autorità marocchine mentre stava realizzando un servizio sulla prostituzione minorile.

Non è certamente un bel periodo per Pelazza che, comunque, non demorde. Ora la Procura di Sarajevo punta l'indice verso l'inviato delle Iene perché avrebbe pagato Nermin Sejdic e Davor Jarcevic, i 2 protagonisti del filmato trasmesso lo scorso 3 ottobre 2016. I 2 uomini, secondo la Procura bosniaca, non sarebberotrafficanti di armi, quindi il reportage è falso.

Davide Parenti difende Luigi Pelazza

Sembra che la Procura abbia ordinato lo svolgimento di accertamenti sulla vicenda, scoprendo che i presunti trafficanti di armi del video di Luigi Pelazza non sono altro che 2 indigenti e tossicodipendenti. L'inviato italiano, in soldoni, li avrebbe pagati. Respinge le accuse della Bosnia il creatore del programma 'Le Iene', Davide Parenti, secondo cui il reportage realizzato da Pelazza è straordinariopoiché ha permesso di acclarare che le armi che hanno sparato, ad esempio, al Bataclan e in altre zone europee sono state vendute all'Isis in Bosnia. Parenti ha sottolineato, inoltre, che Luigi Pelazza si è recato in Bosnia per fare luce su una torbida e inquietante vicenda, cercando chi e come vende armi all'Isis. A quanto pare, è semplice farlo.