Massimiliano Fuksas e la sua "Nuvola" sono pronti per l'inaugurazione. 18 anni dopo il concorso indetto per la realizzazione del centro Congressi all'Eur, finalmente si inaugura a Roma, il complesso sabato 29 Ottobre, con il taglio del nastro in diretta televisiva e alla presenza di Matteo Renzi e Virginia Raggi. 18 anni e quattro sindaci dopo, ed è curioso il fatto che all'inaugurazione dovrà presenziare la sindaca che lotta contro gli sprechi e che imposto lo stop ad ogni cubatura nella capitale! Un'opera costata qualcosa come 239 milioni di euro, duemila posti a sedere, che in media fanno centomila euro e anche più a poltrona.
Un progetto visionario, al di là delle polemiche, mastodontico, ma anche bellissimo che impreziosirà ancor di più Roma.
Massimiliano Fuksas prende le distanze dalla sua Nuvola.
Massimiliano Fuksas ha completato la sua opera e già ne prende le distanze. Innanzitutto non gli piace il nome dato, Nuvola, lo ha trovato un po' provinciale, avrebbe preferito qualcosa di più cosmopolita e poliglotta come "The Floating Space". Attacca poi l'Ente Euro Spa, definendolo un covo di clientelismi, un vespaio abitato di dipendenti inutili e un terreno fertile per gli sprechi. Guardando un po' più in là e pensando al futuro, con un occhio gettato alla manutenzione della sua opera, si dice scettico che lo Stato italiano saprà prendersene cura, rincara quindi la dose affermando che preferirebbe che ad occuparsene siano i tedeschi, come se l'avessero pagato loro, lanciando quindi strali su un Italia sprecona e non in grado di riconoscere i meriti artistici del grande architetto.
La Nuvola è stata completata solo grazie a Matteo Renzi.
Massimiliano Fuksas salva solo Matteo Renzi, bravissimo a sbloccare nel 2015 un'opera ormai intrappolata in scandali, sterili dibattiti, inutili polemiche e controlli dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici. Un omaggio che il premier avrà gradito, meritando il complimento, si tratta comunque di un complesso magnifico!
Salva anche se stesso Fuksas, ovviamente bravissimo anche lui a finire un'opera così importante e proprio come la voleva e l'aveva progettata, in un delirio di grandezza e onnipotenza che si sa è il primo big bang per far nascere una grande opera d'arte. E poi non si può mai prescindere dall'ego smisurato di un grande artista!
Come fa notare Luigi Mascheroni del Giornale.it, però, non parla Fuksas della parcella astronomica accordatagli dallo stesso stato che lui definisce inetto, ma è chiaro che un archistar di un così alto livello non può indulgere in dettagli così infimi.