Molte persone hanno conseguito la patente di guida, in Italia, in modo illecito. E' per questa ragione che, nelle ultime ore, gli uomini della Polizia stradale di Treviso stanno eseguendo alcune ordinanze di custodia cautelare emesse dall'Autorità giudiziaria.

Falsificazione degli esami teorici per conseguire la patente di guida

A Treviso, Brescia, Bergamo e Brescia molti soggetti avrebbero conseguito la patente di guida in modo disonesto, in quanto, secondo gli inquirenti, sarebbero stati alterati gli esami teorici.Il blitz di questa mattina è diretto dalla Procura della Repubblica di Padova.

L'attività della Polizia stradale e della Procura, dunque, ha permesso di scardinare un'organizzazione che, da molti anni, permetteva il conseguimento illecito della patente di guida mediante la falsificazione degli esami teorici nelle motorizzazioni di Padova, Treviso e Venezia. L'associazione a delinquere, formata sia da italiani che stranieri, incassava molto denaro ogni anno. Secondo gli investigatori il giro d'affari superava i 600.000 euro l'anno. 10 persone, nelle ultime ore, sono state raggiunte dalle misure cautelari emesse dall'Autorità giudiziaria.

Durante il blitz di stamane, la Polizia stradale ha messo in manette 8 persone: 4 sono finite in carcere; le altre si trovano ai domiciliari.

2 soggetti, invece, sono sottoposti all'obbligo di dimora e presentazione.

Un altro scandalo legato alle patenti di guida

Il conseguimento 'facile' della patente di guida è una grave piaga italiana. Qualche mese fa, ad esempio, è stato scoperto a Frosinone un sistema articolato e ben consolidato di manipolazione degli esami per conseguire le patenti di guida.

Quello che è emerso da tale inchiesta, ribattezzata 'Pay to Drive,' è sconcertante: diversi dirigenti e responsabili della Motorizzazione Civile di Frosinone non avrebbero solo aiutato i candidati durante gli esami teorici ma si sarebbero addirittura sostituiti ad essi. Una storia squallida che ha portato all'arresto di 3 persone; 17, invece, sono ai domiciliari. Gli accertamenti, comunque, vanno avanti: gli indagati, un centinaio, respingono ogni addebito.