Che la 'longa mano' dell'Isis incomba sul flusso dei migranti che, come un'onda inarrestabile, si riversa dalle coste della vicina Libia su quelle della Sicilia, è ormai un dato acquisito. Ma sorprende che solo in questi giorni, in maniera ufficiale, si sia dato il via a una 'sala operativa' italo-libica per il controllo accurato delle coste e dei confini della prospiciente nazione nord-africana.

Il tanto sospirato comunicato arriva a squarciare il muro ostinato del silenzio operativo del nostro governo e tacita le voci e i mormorii di quanti osservano con perplessità, o addirittura con rabbia, questo flusso migratorio senza precedenti, che flagella da tempo le acque del Mediterraneo con morti continue e naufragi di disperati.

L'accordo tra Libia e Italia

Esperti italiani dell'intelligence, del Dipartimento della pubblica sicurezza e del ministero della Difesa lavoreranno al fianco di personale altamente specializzato del governo di Tripoli. Saranno utilizzati droni e squadre speciali italo-libiche di guardie di frontiera, addestrate in maniera adeguata a questo incarico. La 'sala operativa' dovrà monitorare il flusso dei migranti, arginando con un'azione coordinata il traffico di questi disperati, considerati ormai solo merce di scambio.

Si potranno così scongiurare possibili infiltrazioni di jihadisti tra i profughi e limitare, di conseguenza, il business di esseri umani, gestito da bande affiliate all'Isis.

Gli interrogativi

Il problema della migrazione, che ha ormai assunto proporzioni epocali, ridestando ovunque il brivido glaciale del razzismo, mette a nudo le eventuali responsabilità di un'Europa spesso, almeno in passato, assente o non preparata ad affrontare la questione. E solleva numerosi dubbi e perplessità sulle modalità di controllo e di sicurezza attuate in precedenza dagli Stati più direttamente coinvolti dall'ondata migratoria, non ultimo il nostro.

Ci si chiede infatti che cosa si sia fatto fino a questo momento per la sicurezza, indipendentemente dalle comunicazioni ufficiali, e se l'azione dell'intelligence sia stata attiva in Libia, come crediamo, già da tempo. E allora come mai l'Isis continua indisturbata a gestire questo barbaro traffico di vite umane? Domande, tante, che, come sembra, non avranno mai risposte concrete, destinate a rimanere sospese nell'aria gelida della paura e delle incertezze.