Erano ufficialmente fidanzati. Lui 34 anni di Soleminis. Lei 13, di Dolianova. E la mamma della bimba sapeva tutto. Anche perché – almeno secondo quanto scoperto dai Carabinieri del paese dopo una segnalazione dei servizi sociali del Comune – nella casa del genitore i due non solo si incontravano ma “consumavano regolarmente rapporti sessuali”, si legge nelle carte firmate da Roberto Cau, il giudice delle indagini preliminari, che ha autorizzato i Carabinieri della Compagnia di Dolianova a effettuare l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti della mamma e del giovane 34enne.
L’accusa per entrambi è di atti sessuali con una minorenne. Considerando i 13 anni della ragazzina, la legge prevede questo tipo di reato anche se lei era consenziente.
Ora il giovane non potrà più avvicinarsi alla tredicenne e non potrà nemmeno più frequentare i luoghi dove lei abitualmente esce. La madre, invece, dovrà immediatamente lasciare l’abitazione in cui vive con la figlia. Tutto questo è stato deciso dal giudice “per evitare che determinate situazioni si possano ripetere con il tacito benestare del genitore”.
Telefoni sotto controllo
Le indagini dei Carabinieri non sono state semplici. La segnalazione giunta in Comune, infatti, parlava di uno strano via vai in un’abitazione dove vivevano una 13 enne e la mamma 50enne.
Un giovane, spesso e volentieri, frequentava la casa delle due ma dalle voci che circolavano in paese non per incontrarsi con la mamma, ma bensì con la ragazzina. Al punto tale che – secondo le indagini – il fidanzamento fosse diventato praticamente ufficiale.
I due infatti si frequentavano e spesso passavano le nottate insieme nella casa del genitore.
Nonostante madre e figlia inizialmente negassero tutto. Dalle intercettazioni telefoniche è però venuta a galla la verità. Madre e figlia infatti discutevano sulla relazione della minore e del giovane. Sulle nottate passate insieme e sui sentimenti dell’uomo. In parole povere – secondo l’accusa – la mamma avrebbe dato il suo benestare per la relazione. La donna infatti – secondo il giudice – “aveva favorito gli incontri sessuali della minorenne. Una sorta di fornitrice ufficiale di fidanzati”.