La passione per i soldi, per le auto di lusso e per la droga li ha traditi. E ieri, martedì 11 ottobre, nell’operazione che i Carabinieri hanno ribattezzato “Oristano”, è stato dato l’ultimo colpo a quella che è stata definita una vera e propria associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di droga che fruttava anche più di due milioni di euro all’anno in tutta la provincia di Cagliari ma anche in altre città della Sardegna. Sono venti le persone indagate dalla Procura della Repubblica: tra queste, sei sono finite in carcere. Mentre altre otto hanno l’obbligo di firma nella caserma dei Carabinieri del paese in cui hanno la residenza.

Gli arresti

In manette sono finiti Riccardo Aliberti, 42 anni di Sestu, Davide Porcu (40) originario di Selargius. Fausto Cadelano, 58enne di Quartucciu che già si trovava nel carcere di Nuoro e Pietro Piccioni, 47 anni, residente a Quartu Sant’Elena. Sono stati costretti agli arresti domiciliari Sergio Meloni, 68 anni, cagliaritano e Pier Franco Pisano, 40 anni, residente a Selargius. Durante le perquisizioni all’interno dell’abitazione delle persone coinvolte sono saltate fuori dosi di marijuana e armi. Le indagini dei Carabinieri sono partite sei anni fa, quando i militari avevano sorpreso Davide Porcu con 40 chili di droga pronta per essere immessa nel mercato della droga.

Spese eccessive

Le indagini dei Carabinieri hanno avuto inizio nel lontano 2010 quando i militari avevano notato che alcuni personaggi, che ruotavano intorno a Quartu e a Selargius, avevano un tenore di vita un po’ troppo alto rispetto alle loro reali possibilità.

Il sospetto era che la banda immettesse nel mercato della droga numerose sostanze stupefacenti e in particolare marijuana senza disdegnare hashish e cocaina. In particolare Pietro Piccioni - secondo il rapporto dei militari – sarebbe il reale produttore di una parte della marijuana che veniva smerciata. Poi c’era anche Riccardo Aliberti, considerato un esperto, che veniva aiutato da Fausto Cadelano ad acquistare buone partite di droga: in particolare hashish e cocaina.

Intercettazioni ambientali

Durante tutta l’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Rossana Allieri, sono emerse le reali prove che il traffico messo in piedi dai personaggi coinvolti fosse molto redditizio. Secondo gli investigatori superava abbondantemente i due milioni di euro all’anno. Anche considerando il fatto che – come si è scoperto dalle intercettazioni – ad esempio Pietro Piccioni sarebbe stato in grado di acquistare in contanti e con una sola telefonata oltre 800 chili di hashish.Così come venivano acquistate abitazioni di lusso, automobili di prestigio, barche, moto e tanto altro. Per tutti i componenti della presunta banda è stata formulata l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.