Il Terremoto di ieri, 30 ottobre 2016, che ha interessato il Centro Italia, è stato fortissimo. Molti centri, come Norcia e Preci sono stati devastati. Si parla di 30.000 sfollati, anche se fonti di Palazzo Chigi ritengono che il numero potrebbe aumentare nelle prossime ore. La paura, in questi casi, non deve prendere il sopravvento; insomma, il sisma non deve costringere le persone a lasciare i luoghi natii. Per tale ragione, sono già state promosse iniziative per rilanciare i territori colpiti dal sisma. A Norcia, ad esempio, è stato ideato il marchio 'I Love Norcia'.

Offerte di aiuto da molte parti del mondo

Non bisogna piegarsi al terremoto, sebbene abbia cagionato danni e morti e disseminato tanta tristezza. La disperazione di tante famiglie italiane è tanta, ma non bisogna rassegnarsi. 'I Love Norcia' è il simbolo della riscossa di un territorio messo in ginocchio dal terremoto. Il brand rappresenta un prodotto tipico di Norcia. L'idea è venuta a vari imprenditori, agricoltori e commercianti di Norcia che avrebbero già costituito un consorzio ad hoc.

Vincenzo Bianconi, proprietario di un albergo e presidente provinciale di Federalberghi, ha affermato che 'I Love Norcia' è un marchio che rappresenta la voglia di continuare a vivere nelle zone colpite dal sisma.

Bianconi ha sottolineato che, da molte parti del mondo, sono arrivate offerte di aiuto. E' bello sapere che moltissime persone, non solo in Italia, si sono messe a disposizione per 'risollevare' le aree piegate dal terremoto. Tra gli obiettivi c'è anche la realizzazione, a Norcia, di una scuola di alta qualità dove viene formato il personale delle strutture ricettive di Norcia e dei paesi limitrofi.

Il numero degli sfollati potrebbe aumentare

Purtroppo, al di là dei nobili propositi, c'è la realtà. Fonti della Presidenza del Consiglio hanno sottolineato che le persone senza casa potrebbero arrivare a 100.000. Le scosse di ieri, 30 ottobre 2016, non hanno fortunatamente provocato vittime ma i danni sono ingenti: la chiesadi San Benedetto, a Norcia, è praticamente distrutta, così come quella di Santa Rita.