Se Fidel Castro avesse potuto scegliere il giorno della sua morte, il 25 novembre sarebbe stato una delle date possibili. Quando è stata diffusa la notizia della morte del lider maximo, infatti, correva il sessantesimo anniversario della spedizione del 'Granma', l'imbarcazione a bordo della quale, insieme ad altri 81 uomini, salpò alla volta di cuba. Era il primo gruppo storico dei rivoluzionari che in meno di tre anni avrebbero rovesciato il regime di Fulgencio Batista. Proprio in questi giorni, tra l'altro, il popolo cubano si preparava a celebrare l'evento che sarebbe culminato nei festeggiamenti del 2 dicembre, la data in cui di solito viene idealmente dato il via alla rivoluzione, quando il 'Granma' raggiunse la sua meta.

Naturalmente oggi l'umore sull'isola è ben diverso, sono nove i giorni di lutto proclamati dal governo per la scomparsa del lider maximo.

Il viaggio del 'Granma'

Il 'Granma' era uno yacht di 19 metri di proprietà dello statunitense Robert B. Erickson che lo aveva chiamato in questo modo in onore della nonna (Granma è il diminutivo di grandmother, ndr). Nel 1956 venne comprata da Fidel Castro e da Antonio Del Conte per la cifra di 17.000 dollari. Il 25 novembre salpò dal porto messicano di Tuxpan con 82 persone a bordo. Tra questi, oltre Fidel Castro, c'erano Ernesto 'Che' Guevara, Camilo Cienfuegos e Gino Donè Paro, ex partigiano italiano ed unico europeo a far parte della spedizione (è morto a San Donà di Piave nel 2008, ndr).

Tra mille difficoltà, causa il maltempo e le troppe persone imbarcate, il 'Granma' raggiunse la spiagga orientale di Cuba in quella che oggi si chiama, appunto, provincia del Granma. Appena sbarcati, i castristi furono attaccati dai militari dell'esercito di Batista. In maggioranza vennero uccisi o catturati, soltanto in 12 riuscirono a fuggire e tra questi i citati Castro, Guevara, Cienfuegos e Paro.

Ma una volta sull'isola, i rivoluzionari avrebbero trovato l'appoggio dela popolazione locale, riuscendo ad ingrossare il proprio numero. Dalla loro base operativa, nella Sierra Maestra, sarebbero riusciti a mettere in difficoltà il nemico con rapide azioni di guerriglia ed avrebbero gettato le basi di quello che, in principio, sembrava soltanto il sogno visionario di un gruppo di ardimentosi o pazzi incoscienti. Gli stessi che nel gennaio del 1959 entreranno a L'Avana da trionfatori.