"La donna sia l'essere che proietta l'ombra più grande o la luce più grande nei nostri sogni. La donna è fatalmente suggestiva; lei vive di un'altra vita, oltre alla propria; vive spiritualmente nelle fantasie che lei stessa ossessiona e feconda".

Quale incipit migliore che le parole di Charles Baudelaire, uomo che se ha mai anteposto una passione alla poesia, essa è stata quella per le donne.

Siamo partiti da lontano, per trattare un tema di attualità. 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Un bene, oltre che un sacrosanto diritto, la celebrazione di questa ricorrenza.

Ma va da sé, sarebbe meglio non dover segnare questa data sul calendario. Se solo le nostre cronache non si riempissero di pagine riguardanti violenze, femminicidi, abusi. Se solo il rispetto per la donna fosse consuetudine e non rarità. Se solo il becero maschilismo che questa società mostra non fosse un male così difficile da estirpare. Se solo l’uomo, verso le donne, si limitasse “a mostrare loro di conoscerle, di saperle apprezzare nel loro valore, di tenerle anche in ispregio; esse sono tuttavia ben certe che noi le ameremo sempre” (Iginio Ugo Tarchetti, scrittore del 1800).

Già, l’amore. È possibile credere che sia esso alla causa di tanta violenza? In italia sono 116 le donne uccise, da mariti, fidanzati, compagni, nel solo 2016.

I dati, impetuosi, non rendono però l’ideologia, infondata, insulsa, di dominanza che diversi uomini maturano nei confronti delle proprie donne. Un qualcosa che va debellato. L’uomo ha stessi diritti e doveri della donna, e in un rapporto amoroso dovrebbe cercare di renderla felice, facendosi semplicemente da parte, con la giusta dose di rimpianti, quando così non è più.

“Cancellate dalla vostra mente ogni idea di superiorità: non ne avete alcuna. Un lungo pregiudizio ha creato, con una educazione disuguale e una perenne oppressione di leggi, quell'apparente inferiorità intellettuale, dalla quale oggi argomentano per mantenere l'oppressione” (Giuseppe Mazzini, politico italiano del 1800).

Nel dolce Stilnovo la donna veniva associata ad una figura angelica, delicata come il grano e leggera come la neve.

Tra i poeti maledetti è al centro diriflessioni, come una sorta di luna piena, risveglia nell’uomo rancore, ma riceve solo amore. E poi Ariosto (Ben ch'esser donna sia in tutte le bande danno e sciagura, quivi era pur grande), Kerouac (Scoppieranno guerre per gli occhi delle donne), Tolstoj (Se solo le donne comprendessero il proprio valore, la propria forza e la usassero per salvare i mariti, i fratelli e i figli) fino a Battisti (Ti diranno che il vento è il respiro di una donna) e Vasco Rossi (Non c'è niente nell'universo di così bello, intrigante e affascinante come la donna). Diversi da loro, ma con una cosa in comune: l’aver dedicato la propria arte alla donna cui avrebbe regalato il cuore.

Ma le donne non son rimaste a guardare. Col tempo, la consapevolezza della propria bellezza è divenuta amor proprio. Perché alla fine, per essere amato bisogna prima amarsi da sè, che tu sia uomo o donna. Così sono arrivate produzioni artistiche, come quelle di Fiorella Mannoia (Siamo così, dolcemente complicate,sempre più emozionate, delicate, ma potrai trovarci ancora qui), e prese di posizione decise, come quelle di Oriana Fallaci (Essere donna è così affascinante) e Alda Merini (Vorrei morire come donna ma non rinascerei come un uomo). Perché la parola sa essre dolce e malvagia. Per questo, chi mai potrebbe gestirla meglio di una donna.

Il viaggio nel mondo femminile meriterebbe altre parole, futili o piacevoli.

Noi concludiamo qui, come abbiamo iniziato, con una citazione. 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne: La donna è uscita dalla costola dell'uomo, non dai suoi piedi perché debba essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale. Un po' più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere amata. (Roberto Benigni)