“Sei una suora, non servi a niente, ti uccido”. Parole pesanti come macigni che hanno reso la vita di una giovane donna sassarese praticamente impossibile. La situazione tra marito e moglie infatti era tesa da tempo. Se andava bene la donna veniva minacciata con male parole dal suo compagno di vita. Altrimenti, nella maggior parte dei casi, erano botte su botte. E addirittura l’uomo – secondo il racconto fatto dalla donna martedì mattina in Tribunale a Sassari, di fronte al giudice Maria Teresa Lupino – quando lei dormiva vestita per paura di essere molestata, lui la svegliava con gavettoni d’acqua ghiacciata e la costringeva ad avere rapporti sessuali anche in gravidanza.

Soltanto dopo molto tempo la povera donna ha avuto il coraggio di ribellarsi ed è andata a raccontare tutto ai Carabinieri che hanno immediatamente avviato le indagini poi sfociate nel processo ai danni del marito, che è ancora in corso nel Palazzo di Giustizia del capoluogo di provincia. Ora l’uomo, almeno fino a quando il giudice non cambierà parere, non potrà avvicinarsi alla donna da cui aspettava un figlio e che, sempre secondo l’accusa, maltrattava giornalmente perché spesso e volentieri la sua mente era offuscata dall’alcol.

Il racconto del terrore

Come l’ultima volta in cui il marito ha messo le mani addosso alla moglie. Secondo la ricostruzione effettuata dagli inquirenti l’ultimo episodio risale al passato mese di gennaio, periodo in cui la donna fu aggredita in maniera così violenta dal marito (l’unica in cui abbia alzato le mani).

L’ennesima reazione violenta che appunto aveva portato la povera donna a raccontare tutto ai militari della Stazione del paese: perché i fatti sono accaduti in un piccolo centro abitato a pochi chilometri da Sassari. La donna, disperata, si è sfogata con i Carabinieri e la sua testimonianza è stata un fiume in piena: “L’ultima violenza – ha raccontato la povera moglie – risale allo scorso gennaio.

Come spesso accadeva mio marito era rientrato a casa completamente ubriaco – prosegue la donna – io ero a letto e per non avere brutte sorprese mi ero addormentata completamente vestita, con jeans e maglione anche perché avevo paura che quando rientrasse potesse approfittarne di me”.

E in effetti nel racconto messo nero su bianco dalla donna è quello che in realtà accaduto.

Secondo il racconto il marito in quell’occasione, dopo che lei l’avrebbe respinto, l’avrebbe presa per i capelli e completamente ubriaco l’avrebbe trascinata per la casa urlando frasi come “sei una put….”, “ti uccido”, “fatti suora”.

La fuga

Ed è proprio in quest’occasione che la povera donna riuscì a scappare dalla furia dell’uomo con cui viveva e si rifugiò nella casa della suocera. Da quel giorno non ha avuto più a che fare con quell’uomo violento che contribuiva alla vita familiare solo dal punto di vista finanziario. Dopo le varie denunce, il marito ha comunque deciso di affidarsi alle cure del Serd, il servizio per le tossicodipendenze, che lo ha preso in cura.

“Non lo vedo da mesi. Mi hanno detto che è cambiato. Ma ci vorrà ancora molto tempo”, ha assicurato la donna.