A seguito della dichiarazione dell'assenza di Obama e Biden ai funerali di fidel castro, anche Trump dichiara di 'non portare avanti il suo impegno', se le condizioni dei cubani non miglioreranno: 'Nell'interesse dei cubani edegli americani, intesi come unica cosa'. Il neo-presidente americano si dice pronto 'a revocare il disgelo'. Intanto a cuba, in Plaza de la revolucion, è iniziata la cerimonia di commemorazione del lider maximo che sarà cremato.
If Cuba is unwilling to make a better deal for the Cuban people, the Cuban/American people and the U.S. as a whole, I will terminate deal.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 28 novembre 2016
Trump: 'Metterò fine all'accordo con Cuba'
Affida il suo messaggio a Twitter Donald Trump, parole dure in cui si minaccia la revoca del disgelo, che solo due anni fa è stata ottenuta grazie alla mediazione di Papa Francesco.
Il neopresidente degli Stati Uniti ha riferito a Raul Castro, fratello di Fidel e ora presidente dell'Isola, che potrebbe revocare l'accordo firmato con Cuba se L'Avana non sottoscriverà un patto con condizioni migliori per i suoi cittadini: '[...] nell'interesse del popolo cubano, dei cubani-americani e degli Stati Uniti'. Si confermano dunque i dubbi affiorati durante la campagna elettorale, in cui Trump aveva mal celato l’intenzione di revocare le relazioni diplomatiche con Cuba cominciate con l'avvento del suo predecessore, oltre a giudicare Fidel Castro 'dittatore brutale'. A poche ore dalla scomparsa del leader della rivoluzione cubana aveva infatti scritto su Twitter: 'Fidel Castro è morto.
Oggi il mondo segna la scomparsa di un dittatore volento e brutale'. Parole da molti criticate e commentare anche dal Ministero degli Affari esteri. La promessa di Trump è quella di muoversi verso il raggiungimento di obiettivi tesi a garantire la libertà dei cittadini cubani sotto il governo del presidente Raul Castro, aiutando anche economicamente lo Stato cubano: 'Se non ci saranno ulteriori concessioni, salta l'accordo'.
Una condizione che riporterebbe il Paese agli anni dell'embargo.
Fidel Castro is dead!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 26 novembre 2016
Motivazioni del dissenso
Le ragioni del dissenso sarebbero da addebitare - secondo i repubblicani - alle 'eccessive' concessioni fatte a L'Avana durante l'amministrazione di Obama, che non hanno però visto l'ottenimento di un equilibrio o riappacificazione Usa-Cuba.
È facile intuire che le relazioni tra L'Avana e Washington non saranno certo le stesse del disgelo pre-Trump, così disposto a modificare e - nell'eventualità del mancato rispetto delle condizioni - cancellare i termini dell'intesa con cui Obama aveva di nuovo instaurato le relazioni bilaterali lo scorso dicembre. Eppure le priorità del neoeletto si basano sul rilascio dei prigionieri politici e il rientro dei cittadini partiti in Florida negli anni '80; aumento della libertà di espressione, convocazione di elezioni libere e democratiche; liquidazione di compensi per i cubani americani, proprietari di terreni confiscati a seguito della rivoluzione; ottimizzazione delle risorse naturali di Cuba per investimenti nel turismo e nell'edilizia residenziale; sblocco dei voli tra i due Paesi.
Secondo Trump, infatti, come riportato dalla consigliera Kellyanne Conway 'si finge di fare affari con Cuba [...] ma si concludono con il governo e le forze armate [che detengono il controllo su tutto'.
Difficile dire come si evolverà la situazione tra i due Paesi, ma è chiaro che le dichiarazioni sulla revoca del disgelo non sono certo da sottovalutare, in considerazione delle 'idee prime' degli ultimi mesi della campagna elettorale, che in qualche modo avevano già fatto temere la direzione di Trump verso Cuba. Domenica 4 dicembre sarà effettuata l'inumazione del lider maximo nel cimitero di Santa Ifigenia a Santiago, dove riposano anche i resti di José Martí, eroe nazionale dell'Isola. Continuate a seguirci, cliccando su 'Segui' in alto alla vostra sinistra. #fidel castro