E' ormai ufficiale il via libera per la liberazione della città siriana di Raqqa dall'egemonia dello stato islamico.
Dopo il tentativo di riprendersi la capitale dello stato islamico Mosul, adesso le milizie curde hanno messo gli occhi su Raqqa.
Lo stesso comandante curdo delle Syrian Democratic Forces, Jihan Sheikh Ahmad ha lanciato il via definitivo al futuro attacco dicendo: " é cominciata la grande battaglia per la liberazione di Raqqa e della sua provincia",
L'operazione denominata Angry Euphrates, è stata annunciata nella città di Ain Issa (situata a 50 km a nord rispetto alla roccaforte dell'Isis in territorio siriano), ma non passeranno poche ore prima che abbia effettivamente inizio.
L'aiuto delle grandi potenze
Gli Usa hanno già deciso di apporre un contributo a questa spedizione, garantendo totale copertura aerea.
La grande potenza internazionale dovrebbe operare congiuntamente alla Turchia. Secondo quanto detto dall'inviato speciale degli Stati Uniti, Brett McGurk, l'aiuto dato dagli alleati americani servirebbe a scongiurare, attraverso la stessa operazione militare, il ripiegamento di migliaia di jihadisti verso Raqqa.
La partecipazione all'offensiva
Oltre ai militanti curdi dell'Ypg (gruppo democratico siriano del Partito dei lavoratori curdi di Abdullah Ocalan), sostenuto dalle potenze internazionali alleate (Usa e Turchia), vengono chiamati alle armi circa 30 mila combattenti di cui l'80% sono civili.
La portavoce della milizia curda ha raccomandato che: "Raqqa sarà liberata grazie ai suoi figli e alle sue fazioni arabe, curde e turkmene".
La stessa Turchia appoggerà i ribelli curdi verso la liberazione della città dallo stato islamico con l'aspirazione di creare uno stato autonomo curdo nel nord della Siria.
Soprattutto, dopo aver già preso d'attacco la capitale della Siria settentrionale Mosul.
Riguardo Mosul, lo stesso governo americano si era pronunciato con rammarico per l'utilizzo della popolazione come "scudo umano" negli scontri armati che vedevano le milizie curde protagoniste durante l'offensiva per il controllo dello stato islamico.