Un misterioso caso turbò l’opinione pubblica 40 anni fa, quando una coppia di britannici in viaggio per il mondo, venne trovata nel 1978 a 200 metri dalla costa del guatemala, nei pressi di Punta de Manabique.
L’uomo e la donna, in avanzato stato di decomposizione, furono ritrovati con mani e caviglie legati e ancorati ad un pezzo di motore di un’auto, forse nel tentativo di disperderne per sempre le tracce, ma la corda della lunghezza di 15 metri che li teneva zavorrati, risultò ad un certo punto insufficiente per la profondità del tratto di costa dove le maree portarono quel carico di morte.
Segni di tortura e foro di proiettile
Inizialmente l’identità della coppia non fu immediatamente rilevata a causa del terribile stato in cui versavano i corpi, rimasti a lungo nell’acqua salata, ma gli inquirenti notarono da subito evidenti segni di tortura e un foro di proiettile nella gamba destra di uno dei due.
Sepolti senza identità in Guatemala, dopo un anno i due cadaveri vennero riesumati e grazie alle impronte dentali vennero identificati come Christopher Farmer, 25 anni, e Peta Frampton, 24 anni, entrambi di Greater Manchester, nel Regno Unito.
La coppia, al momento dei fatti, pare si trovasse a bordo di una barca il cui skipper tale Mr Boston, contattato durante le indagini, affermò di aver fatto scendere i due giovani britannici a causa di problemi meccanici dell’imbarcazione e di averne quindi perso le tracce.
Il figlio dello skipper un super testimone
Le indagini sul misterioso omicidio della coppia vennero effettuate congiuntamente dalle autorità americane e inglesi ma non produssero nulla di fatto fino a quando, a distanza di 40 anni, le famiglie di Farmer e Frampton chiesero alla polizia di Greater Manchester di riaprire il caso.
E fu allora che spuntò un super testimone a sorpresa, il figlio dello skipper Boston Silas Duane, all’epoca dei fatti un tredicenne impaurito da un padre estremamente violento quando ubriaco.
La ricostruzione dell’episodio, con dovizia di particolari, ha visto accusare di duplice omicidio, tortura e occultamento di cadaveri proprio quello skipper che all’epoca si dichiarò estraneo ai fatti.
Boston Silas Duane, ormai 75enne, durante un alterco con il giovane Farmer perse la testa e lo uccise insieme alla giovane fidanzata, buttando i corpi legati ad una zavorra in alto mare.
Pare, secondo le indagini, che in anni successivi il Boston si sarebbe vantato di quanto commesso con un amico, precisando di essersi divertito a sentire le urla della donna, ancora viva, mentre stava affogando.
E per i famigliari della coppia brutalmente uccisa, ora c’è l’attesa dell’esito del processo.