Soldati dell'esercito arabo siriano festeggiano assieme alla popolazione dopo la resa di 3mila jihadisti ad Aleppo. Secondo il generale Zaid al-Saleh, responsabile del comitato di sicurezza locale, ai miliziani ribelli “non è rimasto altro tempo” e la loro alternativa è tra la resa e la morte. Molti degli oppositori di Bashar al-Assad - erroneamente definiti "ribelli moderati" dai media occidentali - cercano di confondersi tra la popolazione civile dopo essersi rasati la barba che li ha contraddistinti. Con un tempismo che appare troppo strano, il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon ha espresso la sua “profonda preoccupazione per le tragedie avvenute ad Aleppo”.

Aleppo libera grazie all'intervento russo

Dove erano le Nazioni unite nel 2012 quando i ribelli iniziarono a organizzarsi militarmente per rovesciare il legittimo governo siriano? L'anno successivo - nel silenzio di un Occidente fin troppo complice - oltre metà di Aleppo passò nelle mani dei terroristi. La controffensiva dell'esercito regolare siriano partì solo nel 2015 grazie all'intervento militare russo avvenuto a settembre di quell'anno. L'estate scorsa, a luglio, i militari regolari siriani hanno circondato Aleppo Est chiudendo la Castello Road che rappresentava l'ultima via di rifornimento. Dopo il fallimento di due tentativi di rompere l'assedio, l'esercito siriano ha definitivamente liberato Aleppo.

Aleppo: una liberazione con tante vittime civili

Il numero di civili ad Aleppo Est si aggirava tra i 200 e i 250mila: oltre 100mila sono riusciti a fuggire trovando rifugio nei campi profughi in varie zone alle porte di Aleppo. La preoccupazione di Ban Ki-Moon è dovuta al numero altissimo di civili rimasti vittime: da metà novembre ne sono morti 415, mentre 130 hanno perso la vita a causa dei razzi lanciati dai terroristi su Aleppo Ovest.

Uno di questi razzi ha anche centrato un ospedale da campo russo, uccidendo otto civili e due infermiere, ma di questo non si e saputo praticamente nulla. Secondo il presidente siriano Bashar al-Assad, la liberazione di Aleppo è una vittoria importante che però "non rappresenta la fine della guerra in Siria". La guerra - per Assad - finirà solo quando sarà totalmente estirpato il terrorismo che in questi 4 anni ha contato sull'appoggio mediatico (e non solo) dell'Occidente.