Ferdinando Valletti era nato a Verona nel 1921 e dopo una adolescenza in collegio, andò con la mamma a Milano per frequentare la scuola d'arte dell'Alfa Romeo. Aveva 19 anni quando grazie alla sua appartenenza alla squadra di calcio del Seregno, venne chiamato dal Milan per far parte della squadra rossonera.

Nando però lavorava anche all'Alfa Romeo e quelli erano tempi terribili, c'era la guerra e al nord era nelle fabbriche che si covava la rivolta contro i fascisti e i nazisti. Nel marzo 1944 Nando, che si era sposato solo qualche mese prima con Lidia, venne avvicinato dai partigiani e gli fu chiesto di distribuire in Alfa Romeo i volantini dello sciopero generale che sarebbe avvenuto di lì a poco.

Il desiderio di libertà gli fece accettare subito la proposta e volantinò nella fabbrica in tutti i turni di lavoro.

Dal Binario 21 a Mauthausen

La sera della stessa giornata Nando venne arrestato e inviato a San Vittore, dopo due giorni di interrogatorio partì dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano per Mauthausen-Gusen dove rimase per 18 mesi. Le terribili condizioni della deportazione lo ridussero in breve a pesare 39 Kg, ma lui non si arrese mai. Trovò la forza di salvare diverse volte il Prof. Carpi (rettore di Brera) dalla ferocia dei kapò e lui, riconoscente lo citò spesso nel suo libro 'Il Diario di Gusen'.

Salvo per una partita di pallone

Ma un giorno accadde qualche cosa che gli avrebbe salvato la vita: ogni domenica le SS giocavano fra di loro a calcio, ma quella mattina avevano un mediano infortunato.

I kapò furono incaricati di cercare un rimpiazzo e chiesero ai detenuti se qualcuno di loro sapesse giocare a calcio. Nando, nonostante i 39 kg, colse l'occasione e si fece avanti, venne provato e giocò a piedi scalzi. Venne messo nella loro squadra. Questo gli valse un lavoro nelle cucine e la possibilità di aiutare i compagni portando in baracca del cibo nascosto negli zoccoli.

Tornò a casa nell'agosto del 1945 con alcuni compagni dell'Alfa Romeo che aveva aiutato. Quando trovò la moglie e la madre, ebbe anche una grande sorpresa, una bimba di 10 mesi che lui non aveva mai conosciuto. Nando ritornò a lavorare all'Alfa Romeo e cercò di dimenticare e perdonare, non si sa se ci riuscì veramente, perché di quello che accadde a Mauthausen non volle parlare mani.

Dopo anni di successo lavorativo (divenne dirigente, ebbe l'Ambrogino d'Oro e l'onorificenza di Maestro del Lavoro) andò in pensione e fu allora che con l'ANED si decise a raccontare la sua esperienza nelle scuole.

Ferdinando Valletti mori nel 2007 a causa del morbo di Alzheimer, la memoria se ne era andata ma nei suoi incubi vedeva i muri che lo opprimevano e gente che gli voleva fare del male e urlava disperatamente.

Ferdinando Valletti era mio padre!